Un nuovo anno di corse sulle due ruote si affaccia sulla scena videoludica con MotoGP 24, il titolo della nostra recensione per console PS5. Milestone ci mostra il nuovo abito del suo gioco di punta, ricordiamo, forte della licenza ufficiale del MotoMondiale. Ogni anno la ricerca delle novità si è fatta sempre più spasmodica, e la software house ha rischiato di peccare di avarizia nel corso delle ultime uscite.
La formula magica del 2024 sembra aver cambiato leggermente la lista degli ingredienti. L’estrema ricerca della simulazione è forse andata in vacanza, lasciando spazio a delle inclinazioni arcade. Il grande assente appare essere il miglioramento dell’intelligenza artificiale, che quest’anno si dimostra in netta involuzione. L’arrivo del mercato piloti, nella modalità Carriera, giunge, invece, come una vera boccata d’aria fresca. Bene, vi lasciamo alla nostra recensione di MotoGP 24, titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione per console PS5.
Le novità della nuova edizione
Quando si parla di IP iterative a cadenza annuale, l’asticella delle aspettative non è mai altissima. Nella maggior parte dei casi, ci si limita a verificare se le promesse fatte dallo sviluppatore, alla community di riferimento, siano state mantenute o meno. L’italiana Milestone ha sempre avuto molto a cuore il rispetto e l’analisi dei vari feedback pervenuti, a vario titolo, nel corso delle diverse iterazioni della serie. Ovviamente, non dice sì a tutto e a tutti, altrimenti il rischio di rivolta con i forconi è dietro l’angolo (laddove quei “si” si tramutano in vere delusioni).
Tra le varie “promesse” ricordiamo una migliore gestione della fisica della moto (con un’attenzione particolare all’individuazione delle migliori strategie in vista del punto di corda), interpretare al meglio il limite fisico della moto (o se preferite il “quanto” posso osare prima di finire con le chiappe sull’asfalto) e un maggiore accuratezza dell’intelligenza artificiale.
Se ci pensate bene, a bocce ferme, le premesse fatte non sembravano essere così fuori dalla portata della software house milanese. E se ci pensate ulteriormente bene, questi sono anche stati gli aspetti di punta delle ultime uscite sul campo di Moto GP. Obiettivi, quindi, alla portata di Milestone, ma che non sembrano essere stati raggiunti del tutto. La prima impressione, facendo un confronto diretto con l’edizione 2023, è stata quella di una uscita sul campo un po’ più arcade rispetto al “solito”. Facendo uno sforzo di memoria, le sensazioni sono state le medesime di MotoGP 2022, divertente ma con delle amnesie per quello che concerneva la fisica della moto.
Non siamo a quei livelli, anche se l’azienda italiana tenta di tenere pericolosamente due piedi in una scarpa. Gli aiuti visivi dimostrano la verità di quest’ultimo assunto, per quanto le traiettorie “ideali” giungano troppo repentinamente rispetto al miglior punto di corda. Le transizioni cromatiche – quelle che vi aiutano a capire la direzione della piega e l’intensità del gas – non mentono.
Di contro, si assiste ad una migliore percezione dell’aderenza delle gomme sull’asfalto. Un aspetto fondamentale dell’esperienza motociclistica della software house milanese e che, in questa ultima uscita sul campo, sembra aver raggiunto un nuovo livello di eccellenza. Le vibrazioni restituite dal feedback aptico su PS5 forniscono degli stimoli tattili inequivocabili in fase di piega, soprattutto quando il livello di usura degli pneumatici transita verso i livelli di guardia.
Per carità, l’elettronica ci aiuta a non finire la gara anzitempo, ma è sempre una coperta che copre da una parte e scopre dall’altra. Ed ecco che Milestone ci obbliga a gestire meglio le nostre risorse in gara. Non parliamo solo di carburante e calore dei dischi, ma anche il non esagerare sin dalla prima curva, rientra tra questi “silenti” consigli degli sviluppatori
Un tracciato già percorso (o quasi)
Finire nella spirale di un classico more of the same è un attimo quando si parla di titoli con cadenza periodica (e per giunta annuale). Lo abbiamo già visto, in passato, con giochi anche di altre categorie (come ad esempio i vari FIFA, WRC e F1), ma sempre di matrice sportiva. Non è facile, ogni anno, essere sempre sul pezzo in occasione dell’inizio della stagione, soprattutto quando hai anche il peso di una licenza ufficiale che ti “impone” alcuni standard qualitativi sotto i quali è vietato scendere.
In altre parole: uscire l’anno dopo con lo stesso vestito dell’anno precedente, ti mette sulla testa un bersaglio. Milestone ha pianificato i suoi ultimi anni in maniera meticolosa, e non ha fatto delle promesse che non è stata in grado di mantenere. Non è una caso che la definizione grafica dei modelli dei personaggi è lievemente migliorata nel corso degli anni, cosa che non possiamo dire dei circuiti e dei dettagli di contesto, che aiutano ad immergere il giocatore nella gara.
La spinta voluta dagli sviluppatori italiani sulla modalità Carriera, sembra aver ricevuto una piccola battuta di arresto in MotoGP 24. Interessante tutto l’indotto del pre-gara, con il fake social in grado di animare delle sfide ancor prima di mettersi in sella sulla due ruote. Allo stesso modo, molto gradita la presenza del mercato piloti dinamico, con le nostre prestazioni in grado di attirare le offerte degli squali delle diverse scuderie. Ma si tratta ancora di piccoli miglioramenti.
La parte ingegneristica della moto è ferma ormai da qualche anno, e la software house milanese non sembra intenzionata a voler spingere su questo aspetto, che di fatto rappresenta una parte fondamentale per l’economia della stagione del motomondiale. Oltre al fatto, che andrebbe a strutturare un substrato RPG che potrebbe solo arricchire l’esperienza complessiva.
Sul fronte dei regolamenti non si scherza. Aderendo alle ultime novità, il nostro comportamento in gara verrà valutato – nella totalità della 3 giorni di gara – nel suo complesso attraverso degli occhi vigili presenti su ogni angolo del tracciato. Giudici (ed esecutori) che decidono se il nostro modo di guidare viaggia in linea con il regolamento, e se potenzialmente in grado di mettere a rischio la sicurezza di chi è in sella ai bolidi. Ogni componente di guida (staccata, percorrenza di curva, uscita e sorpasso) viene posto sotto una lente di ingrandimento in grado di sovvertire ogni pronostico fatto alla partenza.
Concludiamo, dunque, la nostra recensione di MotoGP 24, con una constatazione circa la gestione dell’IA. Milestone sembrava, negli scorsi anni, aver investito moltissimo su questo aspetto del suo franchise. Ricordiamo che con il lancio di A.N.N.A., il sistema di intelligenza artificiale basato su reti neurali, avvenuto nel 2019, la software house milanese aveva attirato a sé, in maniera del tutto meritata, i riflettori della scena videoludica. Ebbene quel l’eccellenza di un tempo, oggi è divenuta il suo demerito più grande.
Il comportamento dei piloti in pista non segue, talvolta, logiche “umane”. Si passa dall’essere dei semidei sino a diventare l’ultimo arrivato nel giro di qualche curva. Aspetto che si evidenzia maggiormente in occasione degli obiettivi cardine stagionali, quelli che aiutano a guadagnare reputazione in ottica scuderia e mercato piloti. Cara Milestone, l’AI deve tornare nei box quanto prima.