Si torna sul green con PGA TOUR 2K23, il titolo di questa nostra recensione della versione per console PS5. 2K e HB Studios, dopo essersi preso un anno sabbatico – forti anche dell’assenza di rivali in campo – tornano in campo con un’edizione che punta a rinsaldare la sua posizione. EA ha già annunciato il suo ritorno sul green con EA SPORTS PGA TOUR, con uscita prevista per la primavera 2023. Onde evitare indesiderati sorpassi, il publisher americano conferma la fiducia alla software house canadese, che offre numerosi “colpi” interessanti lato gameplay.
La dinamica dello swing analogica si conferma anche in questa edizione, per quanto talvolta oggetto di discussione. Al suo fianco trova posto una modalità a 3 clic, meno simulativa e più arcade se la si confronta con la prima. L’idea è quella di non spaventare nessuno e avvicinare quanti più neofiti possibili a PGA TOUR 2K23. Magari è arrivata qualche “soffiata” sulla concorrenza, o semplicemente è un modo per semplificare la meccanica dello swing. Da neofiti abbiamo subito puntato su questa, ricordando alcune belle esperienze “vintage”.
Il titolo offre numerose modalità da esplorare, anche se tacitamente (e nemmeno più di tanto, ndr) veicola l’attenzione su alcune in particolare. Parliamo del MyPlayer e MyCareer, che ritornano in gran forma anche in questa edizione, pronte a voler fare ancora meglio rispetto al passato. I contenuti non sembrano mancare, come anche la presenza dell’escamotage delle microtransazioni per coloro che non vogliono aspettare.
20 campi prestigiosi ci attendono, suddivisi tra Stati Uniti ed Inghilterra. PS5 offre nuove possibilità sotto il profilo grafico e prestazionale, con una risoluzione di assoluto rilievo e tempi di caricamento pressoché azzerati. Senza dilungarsi oltre, vi lasciamo alla nostra recensione di PGA TOUR 2K23, titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione per console PS5.
L’arte dello swing
Per quanto possiamo essere alti, bravi e belli, tutto si riduce ad una mazza e una pallina. Non stiamo alludendo a nulla di fuori contesto, ma rientra nei requisiti minimi dello sport del golf. HB Studios sa bene che non tutti i suoi clienti viaggiano a “pane e green”, pertanto, una volta atterrati nel mondo di PGA TOUR 2K23, ci viene proposto un essenziale ma utilissimo tutorial. In questa sede vengono illustrate le prime vere novità di peso, iniziando anche a scorgere alcune analogie con PGA TOUR 2K21.
Torna il metodo classico dello swing analogico, dove si va simulare l’oscillazione del ferro ed impostare la curvatura della pallina. Per quanto intuitiva come modalità, lascia il tempo che trova sul fronte dei risultati. Prima di vedere qualcosa di buono occorre spendere parecchio tempo sul green, inseguendo il primo par dopo una valanga di bogey. In questa nuova edizione, però, gli sviluppatori offrono la possibilità di optare anche per un’altra variante, di derivazione decisamente più arcade (il ricordo ci porta a Neo Turf Masters, ndr).
Si chiama colpo a 3 clic, dove si decide la potenza e un minimo di effetto della pallina solamente con la pressione dello stesso tasto per 3 volte di seguito. La prima volta prolungata, rilasciando solo quando si è raggiunta la zona ottimale, con il seconda e il terza clic in prossimità di un segmento di colore giallo. Se tutto viene svolto in maniera corretta lo swing “viaggia” in maniera più che esemplare. Parliamo, ovviamente, del solo movimento e del colpo sulla pallina. Quello che succede dopo, purtroppo, va studiato prima dei famosi 3 clic.
Sulla piccola sfera bianca possono essere applicati numerosi effetti che vanno, oltre a regolare la curvatura e la direzione della palla, anche la sua altezza da terra nonché il suo movimento in aria. Tutto deciso prima di effettuare i 3 clic, premendo il tasto L1 e le levette analogiche destre. Particolare attenzione, nei momenti antecedenti il colpo, va posta allo studio del green. Qui ci viene incontro la risoluzione grafica offerta dalla nuova generazione di console e sfruttata a dovere da quelli di HB Studios.
Una carriera da costruire
L’interfaccia di PGA TOUR 2K23 va un attimo decifrata, almeno nelle sue fasi iniziali e, soprattutto, se siete alla prima esperienza con la serie. 2K e HB Studios mettono subito in evidenza qual è l’aspetto su cui vogliono puntare maggiormente. Il MyPlayer, e il consequenziale MyCareer, sono al centro dei loro interessi e questo è un aspetto che pesa parecchio nell’economia generale dell’esperienza di gioco.
Il motivo è molto semplice e fa anche rima con microtransazioni, valuta di gioco e acquisti in app. Non ci sentiamo di criticare questo tipo di approccio, figlio delle logiche GAAS del titolo. Il giocatore è completamente personalizzabile, dal suo outfit sino agli strumenti del mestiere. Questi ultimi, per forza di cose, sono determinanti per il cd. vantaggio competitivo, aspetto che nella componente multigiocatore denominata Social fa la sua differenza. Vince chi è più forte, questo è indubbio, ma anche chi ha deciso spendere soldi oltre al tempo.
Il nostro giocatore crescerà incontro dopo incontro. Se siete amanti delle storie come la Leggenda di Bagger Vance, allora vi consigliamo caldamente di iniziare la vostra storia dalla QT School. Giocato a “difficile” PGA TOUR 2K23 vi farà lasciare sul green diverse parolacce prima di raggiungere il primo ed insperato Birdie. Ma tutto serve, soprattutto allo skill tree, che reclama punti abilità da spendere per migliorare tutte le statistiche base del giocatore. Crescita lenta, questo è opportuno anticiparlo. Se non avete fretta, però, quando transiterete nel circuito PGA sarete in grado di guardare tutti negli occhi.
Ovviamente non esiste solo la Carriera. Vi sono anche esperienze “a buche” o a circuito, da giocare in single player o in multigiocatore. La scelta è vostra e non siamo in grado di dirvi cosa sia meglio per voi. Sicuramente se amate le sfide, il confronto con dei giocatori reali è sicuramente quello più appagante. Non fate, però, il passo più lungo della gamba, il rischio di farvi molto male è altissimo. Ciliegina sulla torta la presenza di alcune stelle del calibro di Tiger Woods, Micheal Jordan e Stephen Curry.
La natura ci parla
Fra tutti gli sport in circolazione, il golf è sicuramente quello che più riesce a mescolare l’intelligenza del giocatore con l’ambiente circostante. Non si limita il tutto al colpire bene la pallina, ma occorre una pianificazione metodica dei vari passaggi da compiere, e, ancor prima, studiare l’ambiente circostante e le diverse variabili in gioco. Non è un caso, infatti, che vi è una modalità che consente di effettuare una sorta di ricognizione del green.
Vi sono numerosi indicatori, quali l’inclinazione del terreno di gioco, l’altezza dell’erba l’intensità e la direzione del vento, che incidono in maniera determinante sulla riuscita del colpo. Non sappiamo in che modo questi possano influire sulla traiettoria finale del colpo, ma possiamo ipotizzarne l’effetto e direzionare il colpo per sfruttarli al meglio. Scordatevi il primo swing e anche quelli immediatamente successivi.
Motivo per cui vi consigliamo di farvi un giro su Topgolf, la nuova modalità inserita in PGA TOUR 2K23 in grado di mixare il tutorial con il divertimento. In queste sessioni “al chiuso” l’obbiettivo è quello di colpire dei bersagli e ottenere dei punti a seconda della distanza della pallina da essi. Unire l’utile al dilettevole, la scelta di HB Studios è stata eccellente. Spesso e volentieri, dopo una o due tappe del circuito scelto, è molto comodo per rilassare i nervi e fare alcune riflessioni.
La potenza delle console di nuova generazione ha aiutato moltissimo gli sviluppatori in fase di sviluppo. I dettagli di contesto – vegetazione, specchi d’acqua, animali e pubblico – sono decisamente migliorati rispetto PGA TOUR 2K21. Certo, le animazioni e la mimica facciale dei giocatori talvolta destano ancora delle perplessità non indifferenti, ma dei miglioramenti ci sono stati rispetto al passato.
In conclusione
Il ritorno sul green è firmato, ancora una volta, 2K e HB Studios con PGA TOUR 2K23. Le novità e le conferme non sono mancate, per un’edizione che inizia a guardare minacciosa l’arrivo della concorrenza. La nuova dinamica dei 3 clic si lascia alle spalle quell’alone di troppa serietà che caratterizzava questo titolo, chiamando a se possibili e nuovi adepti. Il tempismo, giusto per restare in tema, è quello giusto con EA Sports che già si è affacciata all’orizzonte.
Sul fronte modalità, il “grosso” ruota alla componente ruolistica offerta da MyCareer. La personalizzazione del giocatore è un modo per costruire un esperienza di gioco più intima, ma anche più redditizia vista la presenza delle micotransazioni. Sul versante grafico, invece, la potenza delle console di nuova generazione è servita per regalare dei circuiti con una definizione grafica di assoluto rilievo. Le animazioni, purtroppo, non sono ancora il massimo, ma vi sono stati dei passi avanti rispetto al passato.