Resident Evil 2 Remake, la recensione

-

Tra Monster Hunter World, l’anticipatissimo Devil May Cry V e – ovviamente – il remake dell’originale Resident Evil, Capcom in questi anni sembra non aver mancato un colpo, riportando sul mercato multipiattaforma dei brand storici, ma in salsa moderna.

Resident Evil 2 Remake non fa eccezione: annunciato durante la conferenza Sony dell’E3 2018, atteso tanto dai fan della saga quanto dai curiosi neofiti, questo titolo è giunto sugli scaffali fisici e digitali di tutto il mondo il 25 Gennaio 2019, ben 21 anni dopo la pubblicazione della prima versione dell’originale Resident Evil 2 per la PlayStation di Sony.

Resident Evil 2 Remake è per certi versi più vicino a un vero e proprio reboot, viste le radicali differenze nel gameplay e alcune sottili, ma sicuramente importanti variazioni narrative. Per la gioia dei nostalgici, queste ultime non toccano il sistema di route e new game plus che ha reso l’originale Resident Evil 2 un meraviglioso incubo: non mancheranno nemmeno Hunk e degli eroici Tofu da controllare nelle modalità sbloccabili in endgame e nel corso delle prossime settimane Capcom ha confermato il rilascio di DLC (gratuti) per vivere le drammatiche storie parallele di alcuni personaggi che, a differenza dei protagonisti, non sono riusciti a scampare al disastro di Raccoon City.

Raccogliere le statuette di Mr. Raccoon nascoste per tutto il gioco, così come superare alcune sfide (come la conclusione di una run senza salvare, senza curarsi o senza usare la cassa oggetti) permettono di sbloccare una galleria di magnifici bozzetti, artwork e concept di ambientazioni e personaggi del nuovo Resident Evil 2, i modelli 3D di personaggi ed equipaggiamenti e alcune armi e costumi utilizzabili da Claire e Leon nel corso della loro storia.

Resident Evil 2 Remake Resident Evil 2 Remake

Le singole campagne hanno una durata media di otto ore ciascuna, tempi che però possono subire importanti oscillazioni in base all’esperienza del giocatore e al livello di difficoltà selezionato; questo perchè Resident Evil 2 Remake ha sicuramente rivoluzionato la gestione di inquadrature, movimento e combattimento del titolo PlayStation, ma non ha intaccato lo spirito arcade dell’esperienza: gli enigmi ambientali sono più in forma che mai, tanto vari quanto numerosi e il punteggio di fine campagna è sempre presente e dona insospettabile giocosità a un titolo dalle tinte molto più seriose che in passato.

Resident Evil 2 Remake infatti presenta atmosfere più oscure e claustrofobiche rispetto al suo antenato, merito di un ottimo sistema d’illuminazione e dettagli a schermo e texture assolutamente ottimi anche sulle versioni console. Impossibile non evidenziare anche l’eccellente lavoro di doppiaggio (presente anche in lingua italiana) e gestione dei suoni ambientali, con anche un’opzione per attivare la modalità binaurale e garantire a chi indossa le cuffie un’esperienza a dir poco immersiva. Il merito spetta anche al level design del titolo, che pur mantenendo la presenza delle mappe originali (ma non solo) le ha adattate al gameplay “moderno” del remake, lasciando respirare un’atmosfera perfettamente nostalgica anche all’interno di ambienti concepiti e costruiti da zero.

Resident Evil 2 Remake Resident Evil 2 Remake

Il lavoro di soft-reboot attuato da Capcom con questo Resident Evil 2 Remake è talmente evidente da far immaginare senza troppo sforzo il risultato che si prospetta per l’ormai ufficiosamente annunciato remake di Resident Evil 3 Nemesis: abbandonante quasi del tutto le atmosfere “B-movie” e dallo splatter quasi carnevalesco, Resident Evil 2 Remake offre situazioni e reazioni umane persino credibili (nonostante il setting fantascientifico dietro l’Umbrella Corporation e il Virus G) e molto spesso drammatiche fino a sfiorare la commozione, merito anche dell’ottimo lavoro di regia e di animazione e dettaglio dei modelli durante i filmati realizzati con il RE Engine, engine del gioco già apprezzato in Resident Evil VII.

Unici, piccoli nei di un lavoro sì certosino sono le bossfight, senza dubbio spettacolari e affiancate da una solidissima colonna sonora, ma comunque molto tradizionali nelle meccaniche e senza particolari guizzi che il rinnovato gameplay poteva offrire: l’inquadratura sopra la spalla del protagonista permette un sistema di puntamento e movimento molto più immediato, preciso e fluido rispetto all’originale telecamera fissa, ma buona parte delle occasioni sono state prese sottogamba, puntando più all’orrenda meraviglia che le creature ostili inducono, piuttosto che a un gameplay in cui il giocatore ha una scelta diversa allo scaricare su di esse tutto ciò che può causare il maggior danno nel minor tempo possibile.

Mancano anche alcuni nemici dell’horror Capcom del 1998, ma la loro assenza è comunque bilanciata da pattern comportamentali ben più complessi e terrificanti delle altre minacce a schermo: in base al punto in cui vengono danneggiati, infatti, gli abomini dell’Umbrella Corporation riceveranno danni diversi e reagiranno alle menomazioni modificando la maniera e la velocità di movimento. Menzione d’onore anche per la cura quasi maniacale posta negli “strati” delle creature, composte da vestiti (nel caso di umanoidi), pelle, carne e muscoli, i quali risulteranno visibili e realisticamente danneggiati in base al tipo di ferita loro inferta.

Resident Evil 2 Remake Resident Evil 2 Remake

Visto il recente andazzo del livello di difficoltà dei titoli moderni, è curioso osservare come Resident Evil 2 Remake non abbia abbassato la curva di difficoltà e apprendimento dell’originale, aggiungendo anzi alla ricetta una sana dose di jumpscare ancor più terrificanti e fotorealistici: l’iconico Mister X è diventato l’incubo della community di giocatori già dopo le ore successive al rilascio ufficiale del gioco sul mercato, forte di una presenza scenica tanto ingombrante, quanto dolorosa e tenace.

Come buona parte dei nemici standard a livelli di difficoltà elevati, la fuga rimane la strategia consigliata nel caso ci si imbatta nel terrificante Tyrant in nero, ma è comunque possibile arrestarne temporanemente l’incedere nel caso lo si danneggi abbastanza, permettendo quindi al protagonista di turno di far perdere le proprie tracce all’inseguitore. Anche durante una campagna al livello di difficoltà standard, comunque, i classici zombie richiedono ben più di un singolo colpo in testa per essere abbattuti e la loro resilienza dovrebbe essere un modello comportamentale per ogni giocatore per le avversità della vita quotidiana.

Resident Evil 2 Remake

Per gli incrollabili detrattori dei progetti di “ricreazione” videoludica si prospettano settimane molto dure, perchè Resident Evil 2 Remake è – esattamente – ciò che il remake di un videogioco immortale deve incarnare: un prodotto che riesce a migliorare l’originale sotto praticamente ogni punto di vista e spiana la strada per una gestione più omogenea, saggia e matura di un brand iconico come quello Biohazard / Resident Evil.

PANORAMICA DELLE RECENSIONI

Grafica
9.5
Sceneggiatura
8.5
Gameplay
8.5
Controllo
8.5
Longevità
9.0
Lara "Phenrir Mailoki" Arlottahttps://www.youtube.com/c/phenmailokiwui
Scrivo, blatero, videogioco. Spesso contemporaneamente.
- Pubblicità -
Tra Monster Hunter World, l'anticipatissimo Devil May Cry V e - ovviamente - il remake dell'originale Resident Evil, Capcom in questi anni sembra non aver mancato un colpo, riportando sul mercato multipiattaforma dei brand storici, ma in salsa moderna. Resident Evil 2 Remake non fa...Resident Evil 2 Remake, la recensione
0
Would love your thoughts, please comment.x