Sea of Thieves era stato annunciato quasi sottotono nell’arena dei giochi tripla-A, ma poi, grazie anche al sostegno marketing che mamma Microsoft può garantire, a vele spiegate ha cominciato a generare grandi aspettative in tutta la comunità dei videogiocatori. Il percorso di avvicinamento al lancio ha visto prima un manipolo ristretto di selezionati giocatori partecipare ad una Beta Chiusa per un pesante test del gioco e poi alcuni giorni di una Beta Aperta, giusto il tempo per arrivare a ridosso della versione finale.
A questo punto Sea of Thieves è già da giorni ufficialmente sugli scaffali come esclusiva Xbox e Windows 10 e, con codice digitale, sfrutta la modalità Xbox Play Anywhere che permette di giocarlo su Console e PC senza costi aggiuntivi.
Sea of Thieves si presenta come un gioco multigiocatore in cui impersoniamo un pirata pronto ad esplorare un mondo pieno di tesori, battaglie ed imprevisti di ogni genere. E allora prendiamo in mano il Controller e lanciamoci in questa nuova avventura, non prima di aver messo le mani nel nostro vecchio baule dei giochi per estrarre il vecchio travestimento da Capitan Uncino.
Le meccaniche iniziali prevedono la classica scelta della tipologia di pirata da impersonare e se progredire con altri amici nella modalità multigiocatore oppure tentare l’avventura in solitaria, in entrambi i casi la sorpresa iniziale è spiazzante. In un mondo di videogiochi in cui vengono mostrati gli aiuti anche semplicemente per come saltare e dove, per facilitare i nostri movimenti, appaiono a schermo mappe anche per gli Open world, in Sea of Thieves sembra di esser tornati indietro di 20 anni. Il gioco inizia in una taverna e possiamo muoverci, raccogliere banane o palle di cannone, tentare di parlare con l’oste tramite un Menu di domande che ci riporta ai tempi di “Monkey Island” od uscire e girovagare per l’isola.
Ma nessuna indicazione, nessun suggerimento, nessun obiettivo, solo un mondo cartoon coloratissimo che siamo liberi di girare muovendoci con visualizzazione in prima persona. Ma, se inizialmente la frustrazione sembra prendere il sopravvento, dopo poco tempo il tutto si trasforma nel piacere della scoperta e dello sperimentare, soddisfazioni che ai giorni nostri sembravano bandite dal vademecum dei videogiochi. Così, nella nostra piccola isola incominciamo presto a capire che le missioni le possiamo chiedere a tre distinti gruppi: i Cacciatori d’Oro, l’Ordine delle Anime e i Mercati. Sono tre diverse tipologie di missioni ma tutte portano all’obiettivo di accrescere la propria reputazione e/o ottenere denaro per comperare oggetti per noi o per la nostra nave.
Qualcuno ha detto nave?
Già, la nave è il fulcro geniale sul quale gli sviluppatori di Rare hanno costruito tutto il gioco. Non potremo godere appieno di Sea of Thieves sino a quando non avremo fatto nostro il controllo dell’imbarcazione che sceglieremo. E la nostra scelta sarà principalmente fatta sulla base della tipologia di gioco adottata. Se prenderemo la strada del giocatore singolo non ci resterà che lo Sloop, un’imbarcazione a vela con un solo albero, dotata di tavolo da carteggio a poppa, ponte di comando per le manovre e alcuni cannoni pronti all’uso. Mentre giocando in multigiocatore avremo a disposizione un equipaggio di amici e quindi potremo optare anche per una grande Galeone. In entrambi i casi dovremo velocemente imparare come impostare la nostra missione e poi salpare. E qui cominciano le piacevoli sorprese. Il gameplay della navigazione è essenziale ma estremamente realistico.
Tracciare la rotta, levare l’ancora, alzare le vele, impostare la rotta con il timone e regolare le vele durante la navigazione. Tutte manovre apparentemente semplici che però Rare ha adattato ad un simulatore velico estremamente realistico. Per non parlare del mare e del cielo. Se tutto il gioco si basa su personaggi ed ambiente stilizzati che ricordano i cartoni animati, altro discorso lo si deve fare per l’animazione del mare e in parte delle perturbazioni atmosferiche. Senza dubbio, ad oggi il più bel mare mai visto in un videogioco. Ma è tutta la simulazione della navigazione che è il perno di Sea of Thieves. Navigare da A a B significa regolare le vele, correre sotto coperta a controllare se siamo in rotta e tante moltissime altre azioni che l’imprevisto ci porterà. Essì perché il vero gioco è la navigazione in un mare vastissimo dove, oltre ad occuparci della rotta, dovremo difenderci da altri giocatori che ci attaccheranno per derubarci o destreggiarci in mezzo ad una tempesta che danneggerà la nostra barca e quindi dovremo svuotarla dall’acqua e ripararla dalle falle.
Ovviamente, tutto questo, mentre stiamo navigando. E’ evidente che la modalità multigiocatore di Sea of Thieves trova in tutte queste manovre da svolgere contemporaneamente la sua piena ragione d’essere. Le singole missioni sulle varie isole sono sicuramente più semplici e di meno soddisfazione di una traversata nel mare. Una volta ormeggiata la barca scenderemo sull’isola e, per raggiungere il nostro obiettivo, dovremo affrontare quasi sempre scheletri più o meno coriacei utilizzando poche armi e un sistema di combattimento a dir poco basico. Come dicevamo la vera esperienza di gioco è spostata verso lo scontro con altri giocatori ed è per questo che si riesce ad apprezzare maggiormente il gioco solo creando equipaggi con gli amici. Mi è capitato più volte di navigare ed esser assaltato da barche più grandi e non è praticamente possibile ingaggiare la battaglia da soli perché, o si è al timone o si spara con il cannone, o si controlla la rotta sulla mappa o si ripara la chiglia che è stata danneggiata dalle cannonate.
Oltre a questo ci sono, come in analoghi giochi multigiocatore, dei veri e propri Raid segnalati da una nuvola lampeggiante a forma di teschio. Questi momenti di sfida attirarono molti giocatori perché in palio ci sono grossi bottini e quindi gli scontri diventano epici ed avvincenti solo se si gioca con compagni. Al netto delle battaglie rimangono molti tesori che non ci consentono una crescita personale del nostro personaggio come in Destiny e analoghi sparatutto multigiocatore. Una scelta dello sviluppatore che vuole premiare giustamente il bilanciamento degli scontri ma che solo il tempo ci dirà se vincente. Con tutti i tesori guadagnati potremo acquistare abbellimenti estetici del nostro pirata ma soprattutto vele ed accessori che permetteranno alla nostra barca di navigare meglio e più velocemente dei nostri avversari, che non è poco. Però, se da un lato, la navigazione con tutto ciò che comporta in termini di battaglie ed imprevisti, è molto appagante e molto spesso unica, il livello di contenuti in termini di tipologia di missioni, sembra proprio al momento l’anello debole del gioco.
Sea of Thieves è un bellissimo gioco con grandissime potenzialità ma anche con alcuni punti di domanda che soprattutto fanno emergere dei dubbi sulla strada che seguirà nella sua crescita. Se la libertà di gioco e la bellezza degli scenari nautici lo rendono un gioco unico e da provare, non possiamo però nascondere che la mancanza di contenuti va sottolineata, con la speranza che Microsoft corra al più presto ai ripari.