Dopo le console mid-gen, questo periodo storico vede nascere anche i mid-remake, conosciuti anche come “remastered plus”. Dopo la Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy di Vicarious Vision, Activision assegna a Toys fo Bob il delicato compito di riportare alla ribalta un certo draghetto viola: ecco quindi nascere la Spyro: Reignited Trilogy, riproposizione moderna dell’originale trilogia di platform uscita su PlayStation 1 tra il 1998 e il 2000.
A differenza della trilogia reboot chiamata The Legend of Spyro, Spyro: Reignited Trilogy punta a ricreare fedelmente mood e feeling dei primi titoli dedicati al draghetto viola e il risultato è sorprendente: pur con qualche glitch dei geodata (soprattutto in Year of the Dragon) che vede occasionalmente sprofondare in parte nel terreno nemici e gemme, il lavoro di Toys for Bob è riuscito a ridar linfa vitale a videogiochi di venti anni fa.
Spyro The Dragon è sicuramente il gioco che più degli altri ha ricevuto un impressionante rework di design: i draghi da liberare nel corso dell’avventura sono stati completamente ridisegnati per adattarsi al mondo di cui fanno parte e la loro apparizione è accompagnata da animazioni molto più varie.
Stesso dicasi per i livelli da esplorare, da sempre vanto della serie per varietà estetica e strutturale; in questo caso, la disposizione di segreti, tesori e nemici è rimasta identica, ma gli sviluppatori hanno comunque portato avanti un lavoro d’arricchimento estestico degli ambienti, che adesso appaiono vivi e incredibilmente colorati, merito anche dell’uso saggio che è stato fatto dell’Unreal Engine 4 e di una palette di colori perfettamente azzeccata.
Anche i restanti due titoli di Spyro: Reignited Trilogy non deludono le aspettative, riproponendo lo stesso spirito dei prodotti originali con minime (e benvenute) modifiche: la possibilità di selezionare il binding comandi originale o una versione più “moderna”, ottimizzata per un controller analogico; una soundtrack riarrangiata intercambiabile con quella dei giochi di fine anni ’90; piccole sfide extra che, se superate, assegneranno punti abilità al giocatore per sbloccare la galleria di concept e bozzetti per ciascun gioco del bundle; la libellula Sparx potrà fin da subito individuare le gemme mancanti alla collezione, anche durante la prima avventura di Spyro; infine, la presenza del viaggio veloce permetterà di viaggiare tra un livello all’altro, anche di mondi diversi, con un singolo e rapido caricamento.
A parte questo, Spyro: Reignited Trilogy riprende animazioni e hitbox dei titoli a cui si ispira, senza modificare il bilanciamento di gioco. Da una parte si ha comunque una semplificazione dovuta alla maggior responsività dei controller moderni rispetto a quelli degli hardware del passato, ma vista la “rusticità” dei comandi questo può rivelarsi quasi una difficoltà aggiuntiva per i giocatori più giovani, ignari di quanto possa essere dolorosa per i polpastrelli una sessione di gaming senza levette analogiche.
L’unione delle prime tre avventure di Spyro in un unico pacchetto permette anche di vivere la storia con maggiore continuità rispetto al passato, il tutto accompagnato da un doppiaggio italiano ispirato all’originale (perlopiù atroce) lavoro, ma registrato da zero e con attori diversi. Passare da un titolo all’altro conferma anche l’eccellente produzione Insomniac Games del passato: le abilità del protagonista sono sempre integrate con saggezza nei livelli di gioco e il secondo e terzo titolo sono riusciti ad ampliare la varietà del gameplay offerto senza snaturare il gioco capostipite e, soprattutto, senza mai annoiare.
Menzione d’onore all’inserimento nella Spyro: Reignited Trilogy dei trucchi dei titoli originali, ancora funzionanti… ma la fedeltà del remake si spinge persino oltre, non rimuovendo neppure i bug, che permettono tutt’oggi di “rompere” i vari giochi con espedienti non previsti in sede di sviluppo.
Tirando le somme, il lavoro di Toys for Bob è da promuovere a pieni voti e come Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy prima di lei, Spyro: Reignited Trilogy si consacra a preziosissima occasione per nostalgici e neofiti per recuperare prodotti iconici dell’evoluzione del medium, con una veste grafica più accomodante nei confronti degli standard moderni, ma con il loro spirito ancora immutato.