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Street Fighter V secondo Sabaku No Maiku: il gioco rischioso di Capcom

Street Fighter V secondo Sabaku No Maiku: il gioco rischioso di Capcom

In un video di prime impressioni che trovate a questo indirizzo ho discusso di come Street Fighter V (qui la recensione)si sia inserito oggigiorno in un mercato divenuto davvero competitivo, dopo un decennio con molta meno presenza di quanto non ci si aspettasse all’epoca dei cabinati… Ma al di là della qualità del picchiaduro, punto focale di una discussione molto attenta dev’essere lo stato nel quale il software è arrivato sugli scaffali: Capcom ha rilasciato un titolo oggettivamente incompleto, su questo nessuno può argomentare altrimenti. Privo di intere e basilari modalità di gioco, queste ultime verranno aggiunte nei prossimi mesi e, per quanto concerne nuove arene e lottatori, non verranno pubblicate ulteriori versioni “aggiornate” del prodotto, come Super, Hyper o Ultra Street Fighter, ma per nostra fortuna tale contenuto aggiuntivo sarà acquistabile anche con la valuta (fittizia) del gioco.

Siamo quindi davanti a uno scontro fra scelte avanguardistiche e positive come quest’ultima ed altre pericolose e non prive di una certa malizia commerciale, dato che se Capcom ha accettato volentieri il prezzo pieno pagato dai consumatori, dovrebbe anche comprendere il perché ad oggi si sia creato tanto fastidio nei riguardi della poca trasparenza con la quale essa accettato di distribuire il proprio titolo di punta: Capcom ha dichiarato che il mercato avrebbe visto arrivare un titolo incompleto, ma quest’ultimo non solo è stato venduto a prezzo pieno a differenza di altri suoi “colleghi” (ad esempio Killer Instinct, che ha venduto diversi livelli di contenuto a diversi prezzi), ma si comporta esattamente come un Early Access senza che però questa realtà sia notificata e riscontrabile nei principali punti di riferimento utilizzati da un acquirente medio per informarsi sul suo prossimo acquisto, ovvero la copertina di gioco ed il sito ufficiale.

Street Fighter V si unisce alle fila di nomi altisonanti, come Star Wars Battlefront, che stanno seguendo una strada pericolosa per il consumatore: essere videogiochi ben costruiti, ma rilasciati anzitempo per potervi lucrare sopra mentre lentamente, spesso troppo lentamente, vengono riempiti di contenuto, così da poter guadagnare tempo (ed ovviamente denaro) e creare l’illusione che giocando a Street Fighter V per poche ore ed in maniera discontinua (come in genere fa il videogiocatore medio di fronte ad un picchiaduro) si provi la sensazione di aver ottenuto dall’acquisto un valore maggiore, rispetto a quello percepibile giocando 50 ore con un prodotto completo al lancio. Questo processo mentale, per quanto contorto ed incredibile, funziona, e crea un forte rischio di abuso: avere all’orizzonte promesse di costante contenuto in arrivo, senza che ci si renda davvero conto di come le major si stiano approfittando di questo modus operandi, creato invece per scopi ben diversi.

275924Il sistema dell’Early Access è stupefacente sulla carta: sarebbe incredibile se l’utenza potesse far sentire la propria voce, guidando le software house verso una direzione o l’altra nel processo di sviluppo, specialmente quando si ha a che fare con un titolo che si basa totalmente sull’interazione degli utenti, ma per far questo non vi è alcun bisogno di pubblicare anzitempo un prodotto non finito, in quanto i veri appassionati non abbandoneranno comunque il gioco e fanno parte di quella fetta di consumatori che ha sempre supportato il lavoro, acquistando in questo caso le, ormai parte del passato, numerose riedizioni del picchiaduro in questione.

Non stiamo quindi parlando di un lavoro che segue la – triste ed infelice per chi si comporta in modo serio – nomea che si son fatti gli Early Access, ovvero quella d’esser titoli mediocri e mai completati, in grado di prender più denaro possibile e poi sparire nel nulla lasciando solo sgomento e delusione dietro di sé, ma di una vera e propria scelta fatta senza un attento advertising: Street Fighter V è un picchiaduro incredibile a dir poco, in grado d’essere il simbolo, nel panorama agonistico, dell’ottimo lavoro di Capcom e del vincente investimento di Sony. difensori di questa scelta commerciale sottolineano appunto come quest’ultima possa “smaltire” i giocatori occasionali, così da permettere ai professionisti di comprendere il prima possibile le meccaniche di gioco e prepararsi al meglio all’arrivo del nuovo contenuto… Se non che questo sarebbe dovuto esser chiarissimo per tutti prima dell’acquisto, senza doversi informare attraverso interviste ed outlet specialistici online, e che il contenuto in arrivo in questo caso non è “nuovo”, ma parte di ciò che oggigiorno si ritiene essere le fondamenta del genere: è persino assente un versus contro la CPU ed una modalità Arcade.

Street-Fighter-VTitoli come Splatoon della Nintendo hanno seguito un concept di rilascio simile, pur non ricevendo un simile schiaffo mediatico a causa di scelte più oculate: il contenuto aggiuntivo ha cominciato ad apparire immediatamente dopo il lancio ed il gioco non mancava di modalità base, con aggiornamenti fissi settimanali ed assenza totale di Season Pass a pagamento presenti nel caso del discusso picchiaduro, che costa ad oggi 90€ includendo quest’ultimo.

È chiaro, Street Fighter V doveva uscire prima della Capcom Cup 2016 e EVO 2016, ma vi è stata una chiara discrepanza fra il prezzo di rilascio ed il contenuto presente sul software e per quanto il valore d’acquisto sia un dato assolutamente soggettivo, è inopinabile che il consumatore medio percepirà disonestà in questa scelta, specialmente in un mercato ove è appunto presente una forte competizione, piena di picchiaduro recenti che offrono, a minor prezzo, molto più contenuto. Fosse stato venduto a 40€ e con le feature mancanti in arrivo al costo di 10€ ciascuna, probabilmente l’intera opinione pubblica sarebbe stata diversa: non si tratta di “maniche corte” o capricci, ma di ciò che potrebbe essere in futuro un precedente pericoloso, dato che al momento tra le mani abbiamo un picchiaduro in cui è persino assente un tutorial per apprendere decentemente le feature di gioco…

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Se i publisher iniziassero a pubblicare più spesso titoli incompleti (non si parla di avere poco contenuto, ma di incompletezza oggettiva) per aggiornarli nel tempo, noi consumatori avremmo il diritto di saperlo. Non è accettabile né onesto che l’acquirente debba fare il giro di blog ed interviste prima di ogni singolo acquisto, il tutto deve essere esplicitato sulla cover di gioco, o perlomeno sul sito ufficiale: la scritta “More to Come”sul sito ufficiale non è una comunicazione minimamente sufficiente o professionale per dichiarare lo stato attuale di Street Fighter V, il quale ha tra l’altro evidenti problemi di server… Anch’essi troppo spesso difesi da una schiera di persone che non si rende conto di come sia opportuno aspettarsi di più. Solo perché è ormai una triste abitudine che i titoli al lancio abbiano sempre problemi di connessione, questo non implica il desiderare che la situazione non cambi: se non si fa sentire scontento, non si riceverà mai ciò che non si chiede.

Senza esagerare, Street Fighter V è uno dei più bei picchiaduro che ho mai provato, pieno di meravigliosi dettagli e di una complessità spaventosa, di cui parlo ampiamente nel video linkato in apertura; vedo il potenziale a fine processo di update di avere un nuovo “Alpha 3” sul mercato, ma se volete un consiglio… Fate altro per ora, comprate il Guilty Gear più recente, esplorate il restante mercato dei picchiaduro mentre la casa nipponica completa e mette a posto questo titolo. Per come stanno le cose al momento e con tutto il cuore, a meno che non siate veri appassionati, se voleste davvero un picchiaduro, anche multiplayer-only, non vi consiglierei mai l’acquisto a prezzo pieno di Street Fighter V, che allo stato attuale rimane di fatto un Early Access (o volendo una “E-Sport Edition”) in grado di offrire davvero troppo poco rispetto alla media dei picchiaduro presenti sul mercato.