Poco più di un anno fa arrivava su PC The Elder Scrolls Online, un particolare gioco di ruolo capace di intrattenere per centinaia di ore di gioco. Una fusione quasi sperimentale fra le caratteristiche storiche di una serie più che famosa e le nuove funzionalità multigiocatore proprie dell’online.
Ora per il gioco è il momento di sbarcare su console con una versione che non necessita abbonamenti aggiuntivi e neppure del PlayStation Plus o dell’Xbox Live Gold. Cosa porta The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited su PlayStation 4 e Xbox One? Si tratta di un semplice porting o c’è qualcosa di nuovo e migliorato?
The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited, dal PC alla Console
Il primo approccio con la versione, esattamente come accaduto su PC al tempo, è piuttosto macchinoso. A darvi il benvenuto è infatti una patch mostruosa grande quasi 16GB, necessaria all’avvio del titolo, speriamo dunque che abbiate una linea internet abbastanza veloce da non farvi passare giorni e notti in attesa. Il risultato è però un titolo che riprende fedelmente la sua versione PC, confermandone sia gli aspetti positivi che negativi, con l’aggiunta della sottoclasse degli imperiali.
Dal punto di vista del gameplay le innovazioni non fanno gridare al miracolo, si tratta piuttosto di piccole migliorie come il market in-game e un menu ridisegnato per una navigazione da console. Le schermate risultano infatti più pulite rispetto alla versione PC, con meno testo e icone, sicuramente più immediate.
Di contro accedere alle funzioni più avanzate è un’impresa degna di nota, senza l’aiuto di una tastiera e di un mouse, periferiche proprie del mondo PC. Nonostante questo, le appassionanti quest principali terranno impegnati i giocatori anche su console, con il plus di quest secondarie ben congegnate e interessanti.
Il lavoro sui controlli è stato svolto in maniera perfetta e il feeling con il joypad è confortevole sin dalle prime battute. Le numerose opzioni a disposizione rendono inoltre incredibilmente personalizzabile l’esperienza di gioco, ad esempio si può passare dalla visuale in terza persona alla prima con pochi passaggi, così come si può aumentare o diminuire il campo visivo insieme a molti altri elementi a discrezione del giocatore. Il combat system è praticamente identico alla controparte PC, con pro e contro del caso, con venature più action anche grazie all’adattamento dei comandi.
La sceneggiatura e dunque la storia di base del titolo è rimasta invariata, non ha nulla a che fare con gli altri capitoli della serie. Una misteriosa esplosione di energia arcana nella Città Imperiale uccide o fa impazzire i maghi, disseminando mostruose entità come mai in passato. A dominare il cielo notturno è ora la costellazione del Serpente, divenuta enorme e possente, e Nirn e Oblivion rischiano di un unirsi in un unico piano infernale. Si formano così tre alleanze, ognuna con lo scopo di impossessarsi della Città imperiale e della Torre d’Oro Bianco.
Quando la grafica non è tutto
Graficamente possiamo parlare di un porting vero e proprio, la qualità del motore è infatti invariata rispetto all’edizione PC, motore che resta saldamente ancorato ad uno stile old-gen. Soprattutto dopo aver giocato titoli come The Witcher 3: Wild Hunt e Bloodborne sulla nuova generazione, lanciarsi nelle lande popolose di Tamriel sarà come fare un piccolo tuffo nel passato, con textures non troppo definite, edifici eccessivamente squadrati, volti approssimati e – dulcis in fundo – un motion capture piuttosto macchinoso, artificiale. L’unico aspetto positivo di questa struttura ormai datata è il framerate, che riesce ad essere ultra fluido a 60fps. Nonostante questo non facciamo a Bethesda una colpa estrema, i punti di forza del titolo infatti sono ben altri oltre l’aspetto grafico, ovvero un gameplay multiplayer e le numerose quest in giro per il mondo di gioco.
In Conlusione
In definitiva parliamo di un gioco che dal passaggio PC-Console non ha subito scossoni eccessivi, con ottimi comandi e un buon framerate. Gli utenti PC non hanno però motivi per passare alla nuova versione, poiché sia il motore grafico, il gameplay e la storia sono rimasti pressoché invariati, cambia soltanto l’aspetto dei menu di gioco. Difficilmente si avrà infatti voglia di ricominciare, meglio importare personaggi e account dall’esperienza PC già avviata. Ancora una volta attenzione alla lingua, è presente infatti soltanto l’inglese. Un must have per gli appassionati del genere, in caso non l’abbiano mai giocato su PC.