Recentemente, e sto parlando di tre anni fa, solo i possessori di PC hanno avuto la possibilità di giocare con i Fantasmi di Tom Clancy. Di quell’episodio ho un ricordo sbiadito e vago, direi anzi: non memorabile. Più di cinque anni di lavoro, una nuova generazione di Console (quasi due) e la parola magica “Open World” sono le componenti che ci permettono di calzare nuovamente gli stivali militari dei corpi d’elite ed addentrarci dietro le linee nemiche nel nuovo capitolo intitolato: Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands. Per far dimenticare l’ultimo episodio, ma soprattutto riportare all’antico splendore la serie “Ghost Recon”, gli sviluppatori di Ubisoft hanno deciso di creare uno sparatutto tattico in terza persona ambientato in un immenso “Open World”. Nessuna impostazione futuristica come in “Advanced Warfighter” e “Future Soldier”, bensì un ambiente moderno, simile all’originale “Tom Clancy’s Ghost Recon” del 2001.
Il gioco si svolge nel 2019 in una Bolivia dove un cartello di narco-trafficati denominato Santa Blanca è diventato così potente da influenzare il potere economico, politico e militare, riuscendo così a far diventare la Bolivia un narco-stato indipendente. L’ascesa al potere di questo cartello della droga con una guida carismatica dal nome El Sueño inizia a diffondersi oltre i confini Boliviani. Esportare coca negli Stati Uniti e in Canada richiede di non guardare in faccia a nessuno e così, ai primi tentativi legali di contrastare il traffico, il Cartello di Santa Blanca risponde con attentati e rapimenti di personale americano. A questo punto agli Stati Uniti non resta che inviare un team di quattro “Ghosts” con l’incarico di entrare in contatto con le Forze Ribelli, svelare il collegamento tra Santa Blanca e il governo locale e distruggere il Cartello.
La mappa del gioco è composta da 21 Provincie. A parte un paio che si possono definire neutre, tutte le altre sono dirette da membri di alto rango del cartello e sono suddivise in quattro settori a seconda dell’aspetto del business cha ricoprono nel narcotraffico: Sicurezza, Produzione, Influenza e Contrabbando. Ci sono diversi attori che popolano questo immenso territorio. Ovviamente troviamo il cartello di Santa Blanca governati dal El Sueño: il nostro obiettivo, il cattivo dei cattivi, il nemico affascinante, il Colonnello Kurtz di Cuore di Tenebra, la testa di serpente che dovremo tagliare. Sempre dalla parte dei nemici troviamo le Forze dell’Unidad, i militari boliviani corrotti dai narcos che non saranno certo gentili con noi. Dalla parte dei buoni ci sono le Forze Ribelli in contatto con la CIA e nostro riferimento in Bolivia. A far da collante con tutti ci sono migliaia di inermi civili che si muovono, vivo e muoiono nel nostro gioco.
Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands, l’inizio “Charactersmith”
Si inizia con un super-editor per creare il nostro personaggio. All’interno del gioco viene definita “Charactersmith”, la possibilità di selezionare elementi diversi per personalizzare: viso, sesso, capelli, cappello, cima, tatuaggi, pantaloni, scarpe e altro ancora. Ubisoft parla di più di un miliardo di combinazioni possibili. Onestamente io l’ho trovato eccessivo, ma soprattutto il risultato antropomorfico mi ha deluso molto. Il mio personaggio, nonostante i tanti magnifici dettagli che lo rendono unico nella Community Ghost Recon, è senza vita, piatto, con lo sguardo nel vuoto. Analogamente alla “Charactersmith” c’è la “Gunsmith”. All’inizio avremo in dotazione tre armi inclusa una pistola. In totale però avremo più di 50 armi personalizzabili tra cui scegliere e personalizzare come vorremo. Più si procede, più si è in grado di sbloccare nuove armi e relative modifiche. Naturalmente, se si vuole, è anche possibile saccheggiare le armi dei nemici.
Giochiamo Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands in modalità campagna single player che, in realtà, è un multiplayer con un team composto da quattro Ghosts. I primi passi nel nostro nuovo mondo sono un po’ difficoltosi. I tre che ci accompagnano in questa avventura sono guidati da una IA non limpida e immediata. Se non daremo loro ordini precisi non faranno mai di loro iniziativa quello che ci aspetteremmo, quindi, meglio prendersi un po’ di tempo per capire ed imparare come inviare i compagni in punti specifici guidando i loro movimenti tramite il sistema di comando di punta e clicca. Con un po’ di pratica si capisce quanto e come possiamo contare sul loro contributo durante la missione. I controlli di base delle armi sono molto comodi e per sparare possiamo utilizzare anche la visuale in prima persona. Molto utile l’uso del binocolo che ci permette di marcare facilmente i nemici ed utilizzare comodi “colpi sincronizzati” con forse il più valido contributo dei compagni di team. Presto capiremo che il colpo sincronizzato e l’uso del “drone da ricognizione” saranno le nostre armi migliori per un attacco diretto. In particolare mi permetto di consigliare di potenziare il più presto possibile la durata della batteria del nostro drone che sarà uno strumento tattico per pianificare al meglio gli assalti.
I nemici hanno una IA migliore del nostro team e molto spesso dovremo passare ad azione più stealth per evitare di allertare forze nemiche soverchianti rispetto ai noi quattro. Più missioni termineremo più arsenale militare riusciremo a sbloccare e prima potremo ottenere supporto dalle Forze Ribelli. Infatti, analogamente a come gestiamo il nostro team, potremo comandare la Resistenza chiedendo supporto tramite fuoco di copertura o supporto logistico. Lo schema dei comandi sul controller è ricchissimo, con molte azioni che si attivano combinando comandi contestuali. Senza dimenticare che, quando guideremo i veicoli, passeremo ad una diversa mappatura del pad. Non delle migliori mi è sembrata la gestione della nostra salute. Ho sempre fatto fatica a capire quanto vicino fossi al punto di morte durante lo scontro coi nemici. Se non si riesce a recuperare la salute mettendosi al riparo si cade a terra nell’attesa che un membro del nostro team venga a rianimarci. Per ogni missione abbiamo una sola possibilità di essere rianimati. Esaurita questa, si deve ricominciare la missione da capo.
800 km di strade che attraversano le 21 provincie
Ma lasciando perdere per un attimo le meccaniche del gameplay, la mappa che troveremo è immensa e bellissima: 800 km di strade che attraversano le 21 provincie. Non importa quale parte della mappa si stia esplorando, troveremo foreste, pianure, montagne, deserti, saline, laghi, paludi, grotte. Il paesaggio naturale è sicuramente quello che nel gioco è stato curato meglio dal punto di vista grafico. In ogni Provincia dobbiamo compiere una serie di missione principali per ottenere le informazioni che ci portano ai MiniBoss del Santa Blanca Cartel. Questi obiettivi sono gerarchicamente dipendenti dai quattro Capi (Heads of Operation) che governano i quattro Business del Cartello Santa Blanca e che riportano direttamente a El Sueño. Avremo una libertà quasi assoluta per quanto riguarda l’ordine delle missioni, fermo restando una sequenza gerarchica che dovremo rispettare per arrivare ai quattro Boss. Per raggiungere ed uccidere El Sueño dovremo affrontare quindi almeno un centinaio di missioni principali, la maggior parte delle quali ha una struttura ripetitiva che è un po’ il punto debole di questi giochi: trovare armi nascoste, interrogare nemici, violare computer, segnalare risorse ai Ribelli, recuperare informazioni e molti combattimenti ad avamposti nemici più o meno difficili da abbattere. Trovare le risorse è però fondamentale perché otterremo dei bonus che ci consentiranno di sbloccare nuove abilità e aumentare il livello del nostro Ghost.
Per spostarci avremo a disposizione una mappa in larga scala richiamabile da Menu dove segneremo con il GPS i punti in cui recarci e una minimappa a video circolare non precisissima. Nonostante questo la minimappa ci permetterà, tramite macchie rosse e gialle, di individuare nelle vicinanze i nemici e le zone interessanti. Il problema è che le posizioni esatte non sono chiarissime sino a quando non saremo a ridosso del punto. Meglio quindi prender da subito le misure sulle ipotetiche distanze e avvicinarsi cautamente.
Parlando di veicoli, Ubisoft non ha badato a spese. Macchine, Jeep, Elicotteri, Moto, Barche, 60 diversi mezzi che avremo a disposizione girando per le strade o potremo rubare ai malcapitati del momento. Il controllo di molti di loro non è facilissimo. Dopo molte ore li ho domati quasi tutti tranne le moto e l’aereo. Del resto la mappa è così grande che si è costretti a spendere un sacco di tempo utilizzando i veicoli per raggiungere le posizioni desiderate. Ma la mappa di gioco è veramente enorme e, se ci ostiniamo a viaggiare in auto o con l’elicottero, non riusciremo a conciliare le missioni con il tempo di gioco. Meglio allora ricorrere al “Viaggio Rapido”, un’opzione che Wildlands ci mette a disposizione per percorrere lunghe tratte senza far la figura dei Cheater.
Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands è un gioco assolutamente immenso che riesce a dare le sue maggiori soddisfazioni negli ambienti esterni naturali
Ma è tempo di provare il co-op, perché Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands è un vero co-op! Anzi, se sin’ora mi son lamentato dell’IA del mio team, questo è nulla confrontato con la gestione di un gruppo di giocatori veri. Supportati dall’IA si è sempre sicuri di avere un minimo di copertura automatica e non dobbiamo preoccuparci dei loro ruoli militari o delle loro iniziative personali. Quando giochiamo con persone vere e magari casuali, le cose cambiano notevolmente e gestire la missione diventa più difficile. Ognuno dei membri del team può muoversi autonomamente e può capitare di non esser coordinati bene. Potremo quindi ritrovarci da soli in difficoltà senza nessuno in grado di rianimarci, oppure perdere di vista i compagni ed esser costretti a inseguirli nella mappa. Le cose cambiano in meglio quando si affronta il gioco in compagnia di tre amici. Tattiche e strategie ben pianificate ci daranno grandi soddisfazioni. Ci si può dividere ed attaccare gli avamposti nemici da punti diversi e con differenti veicoli. Insomma, come in tutti veri Multiplayer, meglio avere il proprio Clan.
Facile parlare di Open World, più difficile disegnarlo correttamente e definire al meglio i gradi di libertà del giocatore. In questo però Ubisoft ci è quasi riuscita creando un enorme shooter con una perfezione grafica altalenante. Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands è un gioco assolutamente immenso che riesce a dare le sue maggiori soddisfazioni negli ambienti esterni naturali, vera e propria poesia per gli occhi. I gradi di libertà con cui è stato disegnato aumentano la sua longevità e donano una profondità di gioco che permetterà a tutti di sviluppare il proprio stile adattandolo alle differenti ambientazioni di questa bellissima Bolivia di fantasia.