Si torna sullo skate con Tony Hawk’s Pro Skater 1+2, in questa nostra recensione per la nuova console PS5. La nuova generazione di console, dopo l’uscita sulle old-gen, mette a disposizione le sue feature, utili per rifare il look a questa remastered della saga. I primi due capitoli dedicati al famoso skater americano potranno raggiungere i 4K e i 120fps. Ovviamente non è tutto oro quello che luccica. I 4K sono dinamici per cui non è una risoluzione fissa ma scala a seconda del momento.
I park e le ambientazioni godono del miglioramento grafico generale. L’occlusione ambientale è in grado di regalare un gioco di luci e ombre che con la versione old-gen era precluso. Metteteci, poi, una migliore fluidità generale ed ecco che sembra di avere tra le mani un nuovo gioco. Di fatto lo è, complice i caricamenti ultra-rapidi e, su PS5, anche del DualSense e l’audio 3D.
Se avete un supporto idoneo (4K e 120Hz) sarete in grado di vedere il nuovo volto di Tony Hawk’s Pro Skater 1+2. In alternativa, tra questa versione e quella precedente, vedrete solo un lieve miglioramento. Dispiace essere realisti, ma è la verità sacrosanta. Ovviamente, se avete i requisiti giusti, sarete in grado di apprezzare il meglio da questo nuovo ritorno.
A livello di contenuti non si assiste a nulla di nuovo. Non ci sono delle introduzioni dedicate, con nuove modalità o cose simili. Altri non è che lo stesso gioco di qualche mese fa, con una spinta importante a livello di gameplay. Anche se quest’ultimo, dal punto di vista tecnico, non è che poi sia cambiato più di tanto, ma non resta immune alla potenza della nuova generazione (e soprattutto dei controller, ndr). Ok ci siamo, è tempo di entrare nel vivo della nostra recensione di Tony Hawk’s Pro Skater 1+2, titolo, vi ricordiamo, giocato su console PS5.
Salti generazionali
Il miglioramento tra la vecchia e la nuova generazione c’è stato ed è anche piuttosto evidente. Tutto è concentrato sul livello grafico e anche la nostra recensione PS5 di Tony Hawk’s Pro Skater 1+2, per forza di cose, si concentrerà su questo aspetto. Activision, dopo l’uscita della versione di nuova generazione di Crash Bandicoot 4, non poteva non approfittare di questa occasione. L’industria videoludica sta subendo il contraccolpo della nuova ondata della pandemia, lasciando ampio spazio ai porting sulle console next-gen.
Spesso, però, al termine “porting” viene affibbiata un’accezione sbagliata, paragonandoli a dei meri “copia e incolla”. Non è questo il caso, qui non ci piove. A livello contenutistico, se si esclude il Cross-Gen Deluxe Bundle (che aggiunge un personaggio e qualche skin molto originale), non cambia nulla. Stessi park e modalità, con la classifica pronta per essere scalata. I progressi fatti con la precedente versione old-gen non finiranno persi nel nulla. Il passaggio alla nuova generazione, infatti, sarà morbido, oltre che gratuito (solo se possedete le edizioni PS4 e Xbox One).
La resa grafica migliore, però, rende tutto più “nuovo”. Anche il semplice riflesso sul pipe, mentre si olla uno slide, accende il fattore immersione. Non si tratta, quindi, di una semplice gara a chi riempie prima la barra dello Special. L’occlusione ambientale è in grado di regalare dei paesaggi da cartolina. Di giorno o di notte la musica non cambia, anche se il gioco di luci sposta l’attenzione su altri dettagli.
Il controller PS5, il famoso DualSense, fornisce un importante contributo in chiave gameplay. Chi vi scrive ha apprezzato, però, più il feedback aptico che i grilletti adattavi. Trattandosi di un gioco che richiede una certa velocità di azione su tasti e levette, soprattuto quando il livello di sfida aumenta, la resistenza sui trigger diventa un’ostacolo inutile da superare. Non si tratta di un simulativo o di un’avventura immersiva. Qui bisogna essere veloci e reattivi.
Prove generali superate
Il buon Tony Hawk ha varcato la soglia dei 50 anni. Nonostante questo, rivederlo ancora un’ultima volta in video, in occasione del lancio del gioco a lui intitolato, è stato bello come quella prima volta. 20 anni sono già passati da “quella prima volta”, ed ora si presenta una nuova sfida per la saga. La next-gen può rappresentare una bella occasione per avviare un remake di questa serie videoludica dedicata allo skating estremo.
Le feature messe in campo sono molte, anche se tra le due console qualcosina cambia. Bisogna solo comprendere in che direzione muoversi: puntare al competitivo o all’esperienza in singolo? La storia ci insegna che le due cose non possono coincedere per cui Activision e Vicarius Visions devono prendere una decisione, pesante e difficile, ma la devono prendere. Il né carne e né pesce non funziona quando si parla di videogiochi.
PS5 offre l’esperienza. Feedback aptico, trigger adattivi, audio 3D e caricamenti super-veloci non fanno altro che migliorare il feeling con il gioco. E si sa, quando c’è questo c’è immersione e coinvolgimento. Sentire il pipe e le vibrazioni della tavola ti fanno essere lì, anche se “dal vivo” potrebbe solo essere fantascienza per noi. Ma è questo quello che conta con un videogioco di questo calibro?
Xbox Series X, d’altro canto, offre la reattività e le prestazioni “sul tasto”. Il controller della next-gen di casa Microsoft dona un potenziale enorme da sfruttare, anche se il feedback aptico lascia a desiderare. Sul fronte competivo non si discute, e questo lo si nota appena si sbarca nel mondo del multigiocatore. Si ha sempre la costante sensazione di avere il controllo della situazione, con un pad che funge da parte integrante dell’ecosistema di gioco e non solo un mero supporto I/O.
Non esiste un modo giusto o sbagliato di fare. Si tratta solo di scegliere cosa essere. La saga ha un nome e una storia, solo che il suo passato è molto lontano dalla generazione attuale. Il gap da colmare non è poco, ma non si tratta di un’impresa impossibile. Ora spetta ai creatori della saga dedicata al mitico Tony Hawk comprendere quale strada intraprendere. Qualunque essa sia, noi rispondiamo “Presente”.
Il commento
Si chiude, quindi, la nostra recensione PS5 di Tony Hawk’s Pro Skater 1+2, in questa esperienza dedicata alla nuova generazione di casa Sony. Arriviamo qui dopo la nostra precedente avventura con la buon-vecchia PS4 Pro. A distanza di qualche mese da quelle “ollate”, l’offerta contenutistica non è cambiata di una virgola. Le modalità e il gameplay sono gli stessi (con l’assenza della photo-mode che pesa come un macigno, ndr). Quello che cambia, però, è l’impatto visivo.
Dal punta di vista grafico, infatti, si tratta di un nuovo gioco. Il 4K e i 120 fps creano un nuovo interesse attorno a questa (re)remastered. L’occlusione ambientale e le texture rinnovate regalano delle belle e interessanti cartoline. Insomma, serviva proprio un tocco d’arte a queste funamboliche acrobazie. Sicuramente tra le versioni PS5 e Xbox Series X qualcosina cambia, e quel “qualcosina” si chiama DualSense. Il controller della next-gen di casa Sony da quella spinta in più verso il fattore immersione che mancava (ma mancava veramente?!, ndr). Il sentire le vibrazioni della tavola mentre si olla non è una cosa che passa di certo in sordina.
La saga di Tony Hawk è, quindi, pronta a fare un suo ritorno sulla scena videoludica che conta. Bisogna, adesso, vedere quanto Activision ci crede. Con Crash Bandicoot l’ha fatto, e siamo convinti che farà la scelta giusta anche in questa occasione.