Con Uncharted: L’Eredità Perduta, la saga di Naughty Dog raggiunge i sette capitoli e i dieci anni di vita: esclusiva delle console di casa Sony, questa serie di titoli ha dovuto il suo successo a una regia incentrata su varietà e dinamicità di ogni singola scena, scontri compresi, ma anche e soprattutto a un livello qualitativo eccellente della produzione.
Chi non apprezza i titoli Uncharted ne critica principalmente la ridotta libertà di azione, le scene scriptate e gli scontri poco “tecnici”; Uncharted 4 ha già dimostrato come Naughty Dog fosse in grado di limare questi limiti, offrire mappe molto più ampie rispetto ai titoli precedenti e una varietà di approcci alle battaglie mai vista fino ad allora.
Uncharted: L’Eredità Perduta prende tutto il buono dell’ultima fatica Naughty Dog e lo migliora ulteriormente. Nei panni della ladra di tesori Chloe Frazer (personaggio già noto ai fan della saga) e accompagnata dalla mercenaria e non più antagonista Nadine Ross, il giocatore dovrà mettersi alla ricerca della leggendaria Zanna di Ganesh e battere sul tempo il guerrafondaio Asav, responsabile della guerra civile indiana e più che deciso a non darla vinta alle due donne, a qualunque costo.
Uncharted – L’Eredità Perduta, uno sviluppo lungo un anno intero
Con un tempo di sviluppo di circa un anno, il gameplay di Uncharted: L’Eredità Perduta riprende quello di Uncharted 4 in praticamente ogni aspetto, HUD compreso; le uniche concrete differenze riguardano la presenza di Nadine come spalla fissa durante l’esplorazione, controllata da un’ottima IA in grado di fornire supporto concreto sia durante gli enigmi che negli scontri e l‘inserimento della pistola silenziata come arma rara all’interno della Modalità Storia: questo rende possibile l’eliminazione dei nemici da una distanza di sicurezza e con discrezione, senza l’obbligo di un agguato a mani nude alle loro spalle.
A differenza di Nathand Drake, la bella Chloe è anche in grado di scassinare porte e casse; tuttavia, la meccanica aggiunge poco o nullla al gameplay, se non una breve ma evitabile perdita di tempo in un “minigioco” identico per ogni serratura, che sarebbe potuto essere tranquillamente sostituito da una semplice interazione con l’elemento da scassinare tramite tasto Triangolo.
In compenso, Uncharted: L’Eredità Perduta offre un nuovo tipo di collezionabile, oltre agli ormai noti tesori nascosti all’interno delle mappe, ovvero le “occasioni di scatto”: in determinati punti dei livelli, infatti, Chloe potrà scattare delle foto ricordo, che entreranno a far parte di una galleria visionabile sia durante la partita che, una volta terminata la Modalità Storia, negli Extra del menu principale.
Con un costo al lancio di 39,99 Euro, Uncharted: L’Eredità Perduta presenta una campagna di circa 8 -10 ore, con la rigiocabilità tipica della saga e dovuta alla presenza di diversi livelli di difficoltà, i tesori sparsi nel mondo di gioco e, ultimo ma non meno importante, l’accesso al multiplayer di Uncharted 4, che per l’occasione ha ricevuto un aggiornamento con sui sono stati aggiunti come personaggi giocabili i protagonisti de L’Eredità Perduta e una nuova modalità Arena Sopravvivenza.
Se già Uncharted 4 era stato composto da mappe più estese rispetto ai primi titoli della saga, con Uncharted: L’Eredità Perduta Naughty Dog ha puntato ancora più in alto, creando vere e proprie sezioni open word in cui il giocatore è libero di esplorare rovine non legate agli eventi di trama, raccogliere oggetti preziosi e far la pelle agli uomini di Asav.
Siamo ben lontani dalle mappe sterminate di titoli, come The Witcher 3 e Final Fantasy XV, che puntano a una struttura esclusivamente a mondo aperto, ma il risultato finale è piacevole e offre quel pizzico di libertà in più sempre benvenuta.
Piccolo neo di Uncharted: L’Eredità Perduta è la caratterizzazione della protagonista, realizzata con grafica e animazioni di altissima qualità, ma che troppo spesso sembra “fare il verso” alle battutine e al modo di porsi di Nathan Drake; sembra quasi che gli sviluppatori abbiano preferito non distaccarsi troppo dal mood dei precedenti Uncharted, la qual cosa è comprensibile, ma riduce Chloe a una “versione femminile” del protagonista originale.
Le interazioni con la spalla Nadine risultano comunque convincenti e il loro rapporto si evolve in maniera molto umana e realistica, per quanto leggermente affrettata a causa della durata limitata della modalità storia. Questa offre anche un antagonista di tutto rispetto, forse anche in questo caso un po’ troppo “bruciato” nelle battute finali, ma sempre e comunque dal forte impatto scenico.
Infine, è impossibile non menzionare l’ottimo doppiaggio del titolo e la sempre orecchiabile colonna sonora, che insieme alle già citate animazioni concorrono a “dare un’anima” a dei personaggi di fantasia, rendendoli incredibilmente umani e credibili in ogni loro azione e frase.
Uncharted – L’Eredità Perduta è, a tutti gli effetti, Uncharted 4.5: nonostante si tratti di uno spin off, è un prodotto tripla A di altissima qualità produttiva, che vale pienamente il proprio prezzo e non potrà non essere adorato dai fan della saga; per i neofiti, invece, è consigliabile recuperare prima di tutto i titoli precedenti, visto che L’Eredità Perduta non temporeggia nel presentare i comprimari e la mancanza di conoscenze pregresse potrebbe lasciare spaesati e non fare apprezzare appieno quest’ultimo, gran lavoro firmato Naughty Dog.