Due graditi ritorni approdano su console PS5, e per la prima volta su PC, con Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri, il titolo della nostra recensione. Dopo le ultime fatiche di The Last of Us Parte II, Naughty Dog si era giustamente ritirata dalle scene per godersi l’enorme successo ottenuto. I primi amori, però, non si scordano mai. Dopo Uncharted: The Nathan Drake Collection, che conteneva solo le campagne in singolo dei primi 3 capitoli, il noto studio americano ha rimasterizzato per console PS5 gli ultimi due titoli mancanti. Arrivano così Uncharted 4: Fine di un ladro e Uncharted: L’eredità perduta, usciti rispettivamente su old-gen nel 2016 e 2017.
Nathan e Chloe, i due protagonisti, sono pronti a farci rivivere intense emozioni forti di una grafica in 4K e con la possibilità di spingere i giri del motore sino ai tanto desiderati 120fps (scalando in 1080p). Dal punto di vista immersivo ci pensano il – quasi – pieno supporto alle feature del DualSense e la possibilità di sfruttare la profondità sonora regalata dall’Audio 3D. Due modi per rinnovare il feeling con il mondo di gioco, già stupendo all’epoca di PS4, anche sulla neo-arrivata di casa Sony.
Il resto lo conosciamo tutti molto bene. I “sonari” non hanno bisogno di alcun refresh per ricordare quanto la saga di Uncharted abbia regalato al mondo dei videogiochi. Il timing, inoltre, è perfetto vista l’uscita nelle sale della pellicola di Uncharted, che vedrà Tom Holland vestire i panni di Nathan Drake. Le cose non succedono mai per caso, questo è indubbio. A guadagnarci, per ovvi motivi, siamo sempre noi e il nostro hype.
Bene, senza dilungarci in ulteriori convenevoli, entriamo nel vivo della nostra recensione di Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri, ultima grande esclusiva approdata su console PS5.
Prime impressioni: Come se fosse ieri
Non è facile iniziare questa recensione di Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri senza ricordare il passato di questa saga. Non è un caso che si parla di Eredità, anche se, di primo acchito, sembrava una mega-edizione collection che includesse tutti i capitoli usciti sinora. E magari con qualche contenuto inedito, come accade con le edizioni speciali dei best seller. Dobbiamo, invece, accontentarci dei “soliti” – per modo di dire – titoli base, che già qualche anno fa ci hanno fatto provare intense emozioni. La domanda sorge, quindi, scontata: ci riusciranno per la seconda volta?
Contrariamente a quanto avevamo in mente, non abbiamo ri-iniziato il nostro percorso con Nathan Drake, bensì con la misteriosa Chloe. Quello che doveva essere un DLC, negli intenti iniziali di Naughty Dog e poi divenuto in seguito stand-alone, rispetto al quarto capitolo della saga regolare aveva una connotazione più open-world. Merito (o colpa?!, ndr) della sua ambientazione selvaggia e densa di bellezze naturali. Ebbene, a distanza di quasi 5 anni dalla sua uscita, sembrava come se fosse la nostra prima volta. La rimasterizzazione per PS5 è riuscita a tirar fuori il meglio da ciò che era già stupendo nel 2017. Per non parlare degli effetti sonori, con l’Audio 3D che sale sul podio delle vere e importanti novità di questa edizione.
Il DualSense non è sfruttato nel migliore dei modi e si poteva fare decisamente molto meglio in questo senso. Il vaso di Pandora dell’immersione tattile non è stato scoperchiato del tutto, fermandosi solo ai trigger adattivi e ad alcuni frangenti “aptici”. Troppo poco, secondo il nostro modesto avviso. Passando, poi, ad Uncharted 4: Fine di un ladro – dove le scene action si sprecano – questa defezione inizia a farsi sentire sempre di più. Una piccola sbavatura che abbiamo perdonato ma che era doverosa segnalare.
E poi abbiamo perso ogni forma di cognizione di tempo e spazio a causa del suo modo ipnotico di intervallare momenti di gameplay a cutscene, raccontate in modo sublime. Ci siamo resi, però, conto di come il percorso di Uncharted sia servito come base per il successo senza precedenti di The Last of Us Parte II. Un’ultima prova generale per qualcosa che entrato di diritto nella grande storia dei videogiochi.
Contesto di gioco: Un punto di vista diverso
Riprendiamo, dunque, in mano le ultime due apparizioni della saga, che oseremmo dire conclusive vista la volontà degli sviluppatori, osservandole sotto un nuovo punto di vista. Forse più critico, viste le nostre pregresse esperienze, ma non in senso negativo. È indubbio come The Last of Us Parte 2 si sia fortemente ispirato a questi due capitoli, e in particolare ad Uncharted: L’eredità perduta. Lo capiamo meglio adesso, visto la distanza di due anni l’uno dall’altro. Prima, infatti, non avevamo un confronto diretto, cosa che adesso possiamo fare senza nemmeno troppe difficoltà.
Le similitudini toccano ogni comparto del gioco, escludendo solo quello narrativo. Gameplay e design dei personaggi instillano numerosi déjà-vu, così come la struttura delle ambientazioni. Per quanto le tematiche siano diametralmente opposte il modello di fruizione dei titoli in argomento è molto simile. Discorsi che possiamo fare solo adesso, visto che il nostro punto di vista e diverso rispetto al 2017.
Ed è questo il vero grande punto di forza di Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri. È facile urlare al capolavoro ma non è altrettanto scontato esserlo anche a distanza di anni. Ebbene, sembra ancora più bello di come ce lo ricordavamo. La rimasterizzazione ha dovuto solo rifare il trucco e rendere entrambi i titoli presentabili su PS5. Queste operazioni sono sempre molto delicate, visto che non si tratta di semplici copia e incolla. Occorre riadattarli per sfruttare con intelligenza tutte le feature che la nuova console mette a disposizione, che non si fermano al solo potenziale grafico.
Alcune cose hanno funzionato perfettamente, migliorando ulteriormente un fattore immersivo già eccelso nell’edizione base. Le potenzialità del DualSense, lo abbiamo già accennato, potevano essere sfruttate meglio, anche se l’esperienza generale di gioco non ne risente moltissimo. I 120fps fanno gola, anche se rinunciare ai 4K a cuor leggero non è facile. Non con un titolo del genere.
Gameplay: Come migliorare “il meglio”
Siamo di fronte al famoso bivio, quello tra fan-boy e game-critic, e per quanto ci dispiace fare gli antipatici, dobbiamo mettere da parte primi per dare spazio ai secondi. Naughty Dog, in questa operazione di remaster, si fa aiutare da Iron Galaxy studios per la sola versione PC del gioco. Lo storico sviluppatore non vuole strafare e si concentra solo sugli aspetti fondamentali per rinnovare il feeling con il gioco, non riservando novità a livello contenutistico. Ci aspettavamo qualche “chicca”, anche in vista dell’arrivo del film, e invece nulla.
Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri consente di giocare in 3 modalità grafiche diverse. Una che offre una risoluzione in 4K UHD e 30fps, un’altra che trova un compromesso tra grafica e frame (4K dinamici e 60fps) e una che spinge l’acceleratore sulla fluidità puntando sui 120fps (e una risoluzione ancorata a 1080p). Non chiedeteci qual è la migliore perché va in base al vostro gusto personale. Noi siamo dei malati di grafica e photo-mode per cui abbiamo scelto ad occhi chiusi: Fedeltà grafica, come se non ci fosse un domani. La promessa è quella di ri-ri-ri-giocare puntando sui 120fps, anche se occorre avere un monitor che supporti un’analoga frequenza.
Sul fronte “tattile”, l’esperienza è decisamente nuova. Conosciamo tutti bene le potenzialità del DualSense e ovviamente dovevano essere sfruttate in qualche modo in questa importante operazione di remaster. La software house californiana si è concentrata su combattimenti, scalate e spostamenti in auto, lavorando su feedback aptico per restituire delle sensazioni “a pelle”. La presenza dei trigger adattivi viene riservata a quelle situazioni di stress come i conflitti a fuoco e la tensione delle corde. Purtroppo siamo perfezionisti e ci avrebbe fatto piacere vivere la natura sulla nostra pelle. Non vi è alcuna differenza tra correre sull’acqua o sull’erba a livello di feedback. Analogamente, se si passa vicino ad una cascata o si scivola nel fango.
Last but not least i caricamenti superveloci del nuovo SSD di PS5 garantiscono un’esperienza fluida e priva di pause tra cut-scene e sequenze giocate. Dal punto di vista di esperienza sonora segnaliamo, infine, la piena compatibilità con l’Audio 3D. Questo, se avete aggiornato il vostro software della console, è anche simulabile su un normale televisore. Il consiglio, ovviamente, è quello di provarlo dal vivo e senza compromessi con le cuffie Pulse 3D.
Dimensione artistica: Poche parole, tante emozioni
Ed eccoci nel nostro harem, quello dove possiamo dare libero sfogo all’artista che vive in noi. Vi abbiamo già detto di come il nostro cuore ci abbia spinto a puntare sulla Fedeltà grafica, rimandando l’appuntamento con la vera grande novità. E vi diremo di più. Tra i due titoli disponibili in Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri, la scelta di iniziare con Uncharted: L’eredità perduta non è stata del tutto casuale. Tutta colpa (o merito?!, ndr) di The Last of Us Parte 2.
I due titoli, per quanto diversi a livello di tematiche, si assomigliano molto a livello filosofico. C’è una cura maniacale di ogni forma di dettaglio, ad iniziare dai mezzi di trasporto sino ad arrivare al ciclo funzionale delle armi di ogni genere e tipo. E ancora, la Seattle di Ellie ricorda moltissimo la natura selvaggia che circondava Belur, dove Chloe Frazer cercava la zanna di Ganesh. La sua spiccata vena open world ha funzionato come prova generale in vista di TLOU2.
PS5 ha offerto a Naugthy Dog la possibilità di osare un po’ di più in termini grafici, anche se la presenza o meno del ray-tracing non è stata mai confermata. Resta il fatto che gli specchi d’acqua indiani regalano delle cartoline da paura, che Nathan Drake si sogna nel suo Uncharted 4: Fine di un ladro. Li contano più gli fps che i 4K, visto che la dimensione esplorativa viene lasciata alla sua collega Chloe. A lui toccano più i lavori sporchi.
Il nostro consiglio, se non avete ancora pianificato la vostra esperienza, è quello di acquistare sicuramente questa edizione da collezione, e iniziare con Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri. I parallelismi con The Last of Us Parte 2 aiutano ad apprezzare meglio il gioco, facendo una sorta di reverse experience inedita nel mondo dei videogiochi. Lo dobbiamo a Naughty Dog, e alle emozioni che ci ha saputo regalare in tutti questi anni. Grazie di cuore.
In conclusione
Ed eccoci giunti alla conclusione della nostra recensione di Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri, ultima grande uscita sulla nuova console PS5. Naughty Dog ci spinge a tornare indietro di qualche anno e tirare fuori, dal profondo del nostro cuore, quelle emozioni che difficilmente si dimenticano. Questa collezione, però, non è solo la classica “Operazione Nostalgia”. È decisamente qualcosa di più. In primis, serve da booster per l’uscita nelle sale della pellicola cinematografica di Uncharted, che vedrà Tom Holland vestire i panni di Nathan Drake. In secondo luogo è un modo per celebrare al meglio una saga e rimetterla “in tiro” sfruttando la potenza del bolide di casa Sony.
Vi sono, però, numerose sfaccettature da cogliere, che solo adesso, dopo aver giocato a The Last of Us Parte 2 sono possibili evidenziare. Come sottolineato in sede di recensione, non è un caso che il primo viaggio è stato riservato a Chloe e al suo Uncharted: L’eredità perduta. È come vedere un antenato di Ellie, una prova generale per un successo che poi si è concretizzato qualche anno dopo. È bello vedere come una software house stratifichi la sua esperienza con i videogiochi, cercando di migliorare IP dopo IP, sino a celebrare quel successo inseguito per anni. Ed è con questa consapevolezza che, ancora una volta, ci siamo tuffati nelle avventure di Nathan e Chloe, anche se sapevamo come andava a finire.
Sotto il profilo contenutistico non ci sono novità, con l’offerta che è la stessa rispetto alle edizioni originali dei giochi. Le feature delle nuova PS5 vengono utilizzate quasi tutte, con il DualSense che non lavora a pieno regime. Ci pensa l’Audio 3D a ricordare a tutti il significato della parola “immersione”.