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Unmechanical: Extended, la recensione: alla ricerca della luce

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Unmechanical: Extended, la recensione: alla ricerca della luce

Uscito inizialmente su PC e iOS ormai tre anni fa, nell’agosto del 2012, e nato come un progetto universitario, Unmechanical ha saputo crearsi il suo spazio, si è evoluto nel tempo ed è approdato nel 2015 sulle console di nuova generazione con un nuovo episodio aggiuntivo. Unmechanical: Extended è infatti disponibile da gennaio di quest’anno su PlayStation 3, PlayStation 4, PlayStation Vita e Xbox One, e figura tra i giochi gratuiti PlayStation Plus di ottobre.

Parliamo di un puzzle game davvero suggestivo, sviluppato con grafica 3D ma con meccaniche a scorrimento tipiche dei platform bidimensionali. Potremmo quasi definirlo un lavoro 2.5D, dal gameplay semplice e con un impatto visivo più che accattivante. Per muovere il nostro personaggio, intrappolato in un mondo cupo ma allo stesso tempo dinamico, capace di passare dall’oscurità ai colori più accesi in pochi istanti, basta la levetta analogica sinistra e un pulsante qualsiasi del nostro pad. Possediamo infatti un solo potere ben preciso: una forza magnetica in grado di sollevare, spostare e trascinare piccoli oggetti, massi, leve e sfere di luce. La fisica è infatti un fattore fondamentale del titolo, realistica, che ben si adatta a ogni oggetto del sotterraneo di gioco.

bigscreen_1Con l’aiuto della gravità dobbiamo risolvere i numerosi puzzle disseminati nel misterioso e opprimente antro in cui siamo imprigionati, attraversando tubi, cunicoli, ingranaggi e porte. A differenza di molti titoli piuttosto simili, come ad esempio Limbo, in Unmechanical: Extended non si è schiavi della tensione e del pericolo; il nostro personaggio non può morire, non ricomincia dall’inizio lo stesso checkpoint decine di volte, niente può scalfire i nostri nervi. Al contrario ci si sente quasi rilassati, supportati da una colonna sonora ambient che serve da puro sottofondo.

bigscreen_8Non abbiamo parlato dell’aspetto narrativo perché, purtroppo, è praticamente relegato a mero sfondo, a semplice pretesto che ci spinge a risolvere gli enigmi. Enigmi che richiedono davvero molto ingegno, tocca fermarsi e ragionare, guardando con attenzione i luoghi circostanti e capire quali oggetti abbiamo a disposizione. Ogni elemento è certamente utile e funzionale alla soluzione, non perdere nessun dettaglio è fondamentale per proseguire. Inoltre è da apprezzare l’idea di essere in un lungo “corridoio” a scorrimento, e non in un titolo con livelli separati, poiché questo aumenta l’immersione generale – oltre che a dare spunti per una iconica trama.

Accanto alla creatività dei puzzle, un’art design davvero degno di nota, semplice eppure di grande impatto, sviluppato su diversi livelli nonostante la natura 2D del gameplay. Un’opera dunque di notevole inventiva e valore artistico, che vi trascina in un mondo surreale e incantevole pronto a stuzzicare il vostro intelletto. La versione estesa uscita su console contiene inoltre un intero episodio in aggiunta al gioco originale apparso su PC, che allunga la longevità generale – legata ovviamente alla velocità con cui risolvete le varie prove – con numerosi nuovi puzzle e sfide. Se vi trovate in difficoltà potete sempre ricorrere al pensiero del nostro robottino protagonista, che ha sempre un’idea in mente rispetto alla situazione in cui si trova. Non ci resta che cercare, spasmodicamente, la luce.

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