Nel 1992, id Software introdusse con “Wolfenstein 3D” la prima vera prospettiva in prima persona nei giochi sparatutto. Quello che non poteva aspettarsi è che avrebbe contribuito tantissimo a diffondere il genere FPS, ma soprattutto, che 25 anni dopo il suo protagonista sarebbe stato ancora “vivo” e pronto a combattere. Sì, perché, William Joseph “B.J.” Blazkowicz, è rinato grazie ai due ultimi episodi sviluppati da MachineGames.
Questo Reboot deve sicuramente gran parte del suo successo al fatto che nel 2014, con la pubblicazione di “Wolfenstein: The New Order”, MachineGames ha creato un universo narrativo alternativo rispetto ai passati episodi, immaginando che le potenze dell’Asse abbiano vinto la seconda guerra mondiale e che espandono il loro regime in tutto il mondo. L’obbiettivo di “B.J.” Blazkowicz era assassinare il malvagio generale “Deathshead” per far saltare tutti i piani dei nazisti. Ma i cambiamenti che resero questo episodio un successo vanno ricercati nel nuovo Gameplay del gioco.
Le intense e variegate meccaniche dei combattimenti furono un soffio d’aria fresca rispetto al passato ma, nel contempo, riuscirono anche a soddisfare le aspettative dei nostalgici dalla serie. A seguito di questo successo sia di pubblico che di critica, a distanza di un anno, Bethesda Softworks pubblicò “Wolfenstein: The Old Blood” una vera e propria espansione stand-alone che si posizionava narrativamente come prequel del precedente episodio.
Wolfenstein II: The New Colossus tra cinema e sparatutto
Oggi, con l’uscita di Wolfenstein II: The New Colossus, si riparte proprio dalla fine del primo “Wolfenstein: The New Order”. Lo scontro finale tra “Deathshead” e “B.J.” Blazkowicz ci consegna il nostro eroe in pessime condizioni e, solo grazie ai suoi amici/alleati, viene salvato e trasportato in un luogo sicuro per essere operato e rimesso a nuovo, pronto per il nuovo difficilissimo obiettivo: liberare l’America dall’occupazione nazista. Ma, in questo capitolo, MachineGames non ci propone pedissequamente solo un nuovo episodio della serie Wolfenstein.
Il lavoro fatto con Wolfenstein II: The New Colossus si può classificare come un nuova generazione di sparatutto in prima persona. Grazie a sequenze cinematografiche molto profonde, lo sviluppo narrativo del gioco si estende a tutti i personaggi che incontreremo durante il gioco. Offrendoci spaccati della loro vita e della loro psiche che arricchiscono la storia come mai sperimentato in un gioco di questo genere. Non solo, contemporaneamente il Gameplay, pur rimanendo fedele ai suoi predecessori, allarga le sue dinamiche prettamente di scontro diretto includendo una modalità “stealth” che rende il gioco più interessante e completo.
I patiti di FPS non abbiano paura, Wolfenstein II: The New Colossus non stravolge i classici frenetici canoni che caratterizzano questa serie. La nuova avventura di “B. J.”viene sviluppata come un percorso di Rollercoaster che non si fa mancare nulla in quanto ad azione e violenza. Basta citare l’incipit per capire che non rimarremo delusi. Giusto il tempo di capire dove siamo e verremo lanciati in un truculento combattimento dove ci muoveremo con una sedia a rotelle. Ironia e splatter a braccetto in quello che sarà veramente solo l’inizio della seconda Rivoluzione Americana.
Per questo lungo viaggio di liberazione adotteremo come base operativa il sottomarino “Martello di Eva” da cui partiremo per ogni missione principale. Città americane più o meno note si alterneranno a sedi segrete offrendoci scenari splendidamente disegnati grazie al motore grafico idTech-6. Certo avremo missioni il cui svolgimento sarà molto lineare ma, a queste, vanno aggiunte grandissime mappe all’aperto dove saranno disponibili approcci alternativi per raggiungere l’obiettivo.
I nemici pronti ad ostacolarci non mancheranno di certo e allora ecco un buon numero di armi che potremo modificare raccogliendo durante le missioni dei Kit di Potenziamento. Anche qui MachineGames ha fatto una scelta sensata, volta a non complicare la vita del giocatore. Non è stata implementata nessuna complessa modalità di “Crafting” dei potenziamenti. Solo tre potenziamenti per ogni arma. Si mette in pausa, si installano e si ritorna subito a combattere. L’obiettivo è non interrompere la continuità del gioco rendendo l’esperienza di Wolfenstein II: The New Colossus facile ed immediata. In termini di armi si sono concesse una piccola chicca introducendo l’uso dell’ascia al posto del coltello. L’ascia serve per un approccio silenzioso al nemico con l’obiettivo di non farci scoprire. Possiamo infatti lanciarla da distanza ravvicinata oppure, come introdotto nell’ultimo Doom, basterà avvicinarsi alle spalle dell’obiettivo e scatenare uccisioni epiche di una violenza devastante.
Nonostante sette livelli di difficoltà, Wolfenstein II: The New Colossus, non è un gioco facile nemmeno a livelli bassi. Ma stavolta questo non dovrà preoccuparci molto, se sceglieremo un livello per noi troppo difficile o troppo facile, potremo fermarci, tornare al Menu principale e rimodulare il livello di difficoltà rientrando nel gioco allo stesso punto raggiunto senza nessuna penalità. I puristi non ameranno questa possibilità perché è un po’ da considerarsi come “cheating”, infatti nessuno ci proibisce di affrontare un passaggio molto difficile abbassando il livello per poi ripristinarlo una volta superato. Comunque, quelli che non accettano compromessi possono dormire tranquilli, nel gioco, oltre ai checkpoint e salvataggi automatici, è presente l’amato salvataggio manuale
Wolfenstein II: The New Colossus è una cavalcata in solitaria dove sia narrazione che azione si basano su scelte scorrette e violente per smuovere i nostri sensi dal torpore quotidiano. MachineGames modernizza lo sparatutto classico arricchendone il Gameplay ed usando una perfetta regia per alternare sessioni adrenaliniche a momenti più di riflessione, con l’obiettivo di donarci un’esperienza più completa del gioco. Un FPS Single-Player da avere!