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WRC 10, recensione Xbox Series X

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WRC 10, recensione Xbox Series X

Un’edizione “storica” quella rappresentata da WRC 10, il titolo della nostra recensione per console Xbox Series X. BigBen Interactive, KT Racing e Nacon di nuovo insieme per una nuova stagione, la terzultima per la precisione. Come sappiamo Codemasters (e quindi EA) ha acquisito i diritti per sfruttare il marchio WRC a livello videoludico a decorrere dal 2023. Nel mentre gli storici sviluppatori difficilmente molleranno il colpo, dimostrando –  “sempre e comunque” – la passione per una serie che ha dato loro molte soddisfazioni. E altre, ancora, ne devono arrivare.

Il mondo degli eSports sta dando il meglio in questo periodo, spinto da una pandemia che costringe tutti a delle forme intrattenimento più “sicure”. Il programma di crescita e sviluppo di nuovi atleti, partendo dalla componente videoludica, ha dato numerosi frutti. Nuove leve sono pronte a dare il meglio anche quest’anno, con la speranza di guidare una macchina da rally vera e non solo virtuale.

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Abbiamo esordito, all’inizio della nostra recensione di WRC 10, utilizzando la parola “storica”. Di fatto, quest’anno ricorrono i 50 anni dalla prima tappa del mondiale WRC, e non poteva, ovviamente, mancare un tributo speciale per questa ricorrenza. Non vogliamo essere di parte, ma salire a bordo di una Subaru Impreza e derapare tra le curve del Rallye di Sanremo vale il prezzo del gioco. Lo abbiamo detto, siamo leggermente di parte sotto questo aspetto (particolarmente apprezzato da chi vi scrive, ndr).

La fisica è stata migliorata, anche se per goderne appieno bisogna provare terreni e situazioni diverse. La grafica rappresenta una nota dolente, visto che rispetto allo scorso anno non si notano delle differenze sostanziali. Il plauso arriva dalla componente audio, con un campionamento degli effetti sonori ampio e dettagliato. E poi ci fermiamo sui blocchi di partenza, pronti per questa nostra recensione di WRC 10, titolo, vi ricordiamo, provato su console Xbox Series X.

Prime impressioni: l’imbarazzo della scelta

Sul fronte dell’offerta contenutistica la serie WRC non si è mai risparmiata. Ci sono stati anni in cui, per scelte progettuali, si è preferito puntare su alcune modalità piuttosto che altre. In generale, però, c’è sempre stato l’imbarazzo della scelta. Anche quest’anno WRC 10 non è da meno, e ci mette in seria difficoltà dopo aver superato il tutorial base iniziale. In verità sono gli sviluppatori a scegliere per noi, portandoci “spintaneamente” verso la Carriera.

Decisione non casuale visto che, da qualche anno a questa parte, è una delle modalità di punta della serie. Come lo scorso anno si può decidere se iniziare dalla classe Junior o da quella regina, e se partire con un team ufficiale o con uno da zero. Nuove figure, a livello di staff, sono state aggiunte alla squadra. Sarà molto importante monitorare costantemente il morale dei membri del team, visto che dalla loro felicità dipenderà la nostra resa sul tracciato e lo sviluppo dell’auto.

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Rimasti estasiati dallo skill tree – che anche in questa edizione sembra essere enorme – il nostro cuore viene rapito dalla presenza delle tappe storiche del mondiale. Questo ci ha fatto abbandonare la Carriera, per dedicarci anima e corpo alle 19 tappe di questo tuffo nella storia del WRC. Ricorrere quello che, prima del 2004, era il Rally d’Italia, nella ridente e soleggiata Sanremo, è un tuffo al cuore per i veri appassionati. La presenza di questa nostalgica modalità rischia, però, di distogliere l’attenzione dal resto.

Ascoltando il feedback della community, che – oggettivamente – la richiedeva già da un po’, è stata inserita una componente più creativa e meno tecnica. L’editor delle livree soddisferà i nostri attacchi d’arte, con la possibilità di mostrare il nostro stile anche quando si farà sul serio in ambito competitivo online. In fondo anche l’occhio vuole la sua parte.

Contesto di gioco: questioni di scelte

È molto facile finire nel troppo e nel dispersivo quando si parla di videogiochi. La nostra prima impressione, nei primi istanti di gioco di WRC 10, è stata quella di uno smarrimento iniziale. L’organizzazione dei contenuti dello scorso anno era molto più organizzata e non si aveva l’impressione del “troppo” ma del giusto. Un poco ma buono che invitava il gamer di turno ad approfondire. Quest’anno, invece, si è puntato molto sulla quantità e l’impressione è quella di venir inondati dai contenuti.

Per carità, ben venga quando un titolo offre una molteplicità di cose da fare. È segno, questo, di una volontà del voler mostrare e dimostrare un attaccamento alla maglia. Rischia, però, di essere controproducente nel momento in cui ti dimentichi il “core business”. È un simulatore, in primis, con la componente gameplay che deve migliorarsi ogni anno. Sotto questo aspetto gli sviluppatori utilizzano un metodo incrementale, livellando il loro standard qualitativo edizione dopo edizione.

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La nota dolente arriva dal comparto grafico che sembra essere il grande escluso di quest’anno. Forse era già buono il livello dello scorso anno, o forse non rientrava nei piani di WRC 10, ma la resa grafica ci ha lasciato un po’ perplessi. Lo dicevamo prima, una questione di scelte.

L’occasione del 50esimo anno dalla prima tappa del mondiale WRC, poteva essere il momento giusto per fare qualcosa di diverso, di realmente differente rispetto al passato della serie. Per carità, siamo al terzultimo appuntamento prima della partenza della licenza verso altri lidi, e l’occasione era perfetta per puntare verso un’edizione diversa dalle altre. Un’attenzione maggiore, per esempio, poteva essere riservata nei confronti della modalità Storica, ricalibrando tutto il progetto come se fosse un viaggio nel tempo nella storia del WRC. Invece di iniziare dalla Carriera, il primo giro si poteva fare a bordo di una Lancia Stratos nelle strade sterrate del rally storico di Atene. Si poteva fare qualcosa di diverso in WRC 10, qualcosa che poteva entrare nella storia della serie.

Gameplay: alla ricerca di un limite

La parola simulazione richiede una ricerca meticolosa dei comportamenti reali del veicolo. Questo deve valere in diversi contesti in situazioni. Pensate, ad esempio, ad una derapata su uno sterrato, su una strada ghiacciata, sull’asfalto o sul bagnato. In un simulatore di corse la fisica impone uno studio che comprende numerose variabili, figuratevi, poi, quando la disciplina è il rally, dove le incognite naturali sono numerose e “bastarde”.

In questo genere di corse non vince, però, il più veloce ma quello che gestisce meglio le situazioni e riesce a calcolare i vari rischi nella maniera più “safe” possibile. WRC 10 ha apportato numerose migliorie sul fronte della fisica, con il che meglio arriva sul fronte dell’aderenza e della percorrenza delle curve. Un problema, questo, che ha ricevuto numerosi interventi nel corso delle varie edizioni e che quest’anno sembra aver trovato una soluzione.

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Per accorgersi di questi miglioramenti basta controllare la curva con la velocità di rotazione delle gomme. In un attimo ci si accorge di come il controllo della derapata passa prima dal filo del gas e, in situazioni estreme, dal freno. Il freno a mano aiuta chi ama una guida aggressiva e spettacolare, ma si deve prima modellare l’aerodinamica della macchina per evitare di finire la gara alla prima curva impegnativa.

Questa edizione la troviamo, in un certo senso, più accademica sul fronte dello stile di guida, anche se non riesce a mascherare la dura verità. La presenza di una componente competitiva, che vede un aumento importante della base di utenza, impone la presenza di un’adeguata strumentazione di base. Facciamo, ovviamente, riferimento a volante e pedaliera, necessari per controllare al meglio la nostra vettura. Il controller, ci dispiace ammetterlo, sembra aver fatto il suo tempo con questo genere.

Dimensione artistica: contenti a metà

Il livello grafico raggiunto con WRC 9 era piuttosto alto. L’edizione arrivava vicino al lancio delle console di nuova generazione, già pronto per il salto che di lì a poco si sarebbe verificato. Quest’anno WRC 10 può sfruttare la potenza della nuova combinazione 4K/60 fps, ed ovviamente lo ha fatto. Dobbiamo, però, essere onesti. Il miglioramento c’è ma non è eclatante.

I dettagli della livrea rientrano tra le cose che abbiamo maggiormente apprezzato. I danni che il veicolo subisce modificano il layout grafico della macchina, con i vari elementi che rispecchiano l’entità del danno. Non solo, quindi, a livello di gameplay, ma anche il lato estetico acquista una dinamicità maggiore. Il merito, in tutto questo, va ad una migliore gestione della potenziale grafico delle nuove console, con un KT Engine in grande spolvero.

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La nota dolente arriva dai paesaggi che non vengono nemmeno lambiti da questa ventata di migliorie. I modelli poligonali della vegetazione hanno un livello di definizione molto basso, al pari di quello dello scorso anno (e di quello passato ancora, ndr). Una gara di rally è anche un momento di contatto con la natura, ma questo gli sviluppatori sembrano non averlo capito ancora. E di questo siamo enormemente dispiaciuti.

La nota positiva arriva da un rinnovato campionamento sonoro dei motori e dei rumori ambientali. Indossando le cuffie (e mi raccomando attivate il Dolby Atmos, ndr), è possibile individuare la differenza tra le varie tipologie di terreno ancora prima di rendersene conto a livello visivo e grafico. Sinonimo, questo, di un bel salto di qualità sul fronte audio. Questione di scelte, appunto.

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In conclusione

Siamo quasi alle battute conclusive della permanenza della licenza WRC in casa di Nacon. Una storia fatta di tante soddisfazioni e di un rapporto stretto tra l’utenza e lo svilluppo. Il 50esimo anniversario del mondiale rally poteva essere un occasione per fare un qualcosa di diverso, un regalo per tutti quelli che hanno supportato la crescita del titolo. WRC 10 arriva, invece, come al solito. Il modello di fruizione, salvo qualche introduzione a livello di modalità, è identico a quello degli ultimi anni. Il tributo “storico” c’è, ma relegato ad una modalità dedicata, che vede come unico punto d’incontro alcune date del calendario in Carriera.

Sul fronte gameplay “puro”, sottolineamo – ancora una volta – la grande difficoltà dell’utilizzo del controller. Non lo inseriamo, di certo, tra le noti dolenti, anche perchè l’utilizzo di volante e pedaliera è divunuto necessario per essere competitivi. La fisica è stata migliorata, con una gestione migliore dell’aderenza delle gomme ai vari tipi di terreni. Con il giusto equilibrio gas/freno si portano a casa delle gran belle derapate in curva. Sul fronte grafico, è stata riservata più attenzione ai dettagli del veicolo e meno a quelli di contesto ambientale. Menzione d’onore la merita il comparto audio, a patto che vi muniate di adeguate cuffie.

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