Multiplayer e microtransazioni? “Inutili ad un grande gioco”, intervista a Jose Teixeria di The Witcher 3

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CD Projekt RED continua ad essere assolutamente “stupita” del successo di The Witcher 3: Wild Hunt, almeno secondo le parole del visual effects artist Jose Teixeria, che rappresentando la compagnia ammette che nessuno aveva previsto un esito del titolo così favorevole.

“Siamo ancora stupiti dalla mole di gente che ha giocato a The Witcher 3, perché si tratta di un titolo rivolto alla parte più hardcore del pubblico” ha detto in un’intervista a MCV. “I giocatori lo hanno amato, soprattutto i casual gamers, ed è l’aspetto che più ci ha impressionato”. Teixeria ha poi aggiunto che The Witcher 3 dimostra come i giochi non abbiano bisogno di microtransazioni o modalità multiplayer per avere fortuna.

“The Witcher 3 ha provato che i giocatori sono più interessati a titoli molto longevi, e che non è vero che i prodotti AAA non possono più regalare nuove esperienze ai singoli utenti. Eccoci arrivare con un gioco ben scritto, in single-player, senza modalità online e microtransazioni, si gioca e ci si diverte, ed è stato un grande successo.”

Il gioco, costato all’incirca 81 milioni di dollari per il suo sviluppo, è riuscito a vendere 6 milioni di copie in sole sei settimane, e CD Projekt RED sta continuando a guadagnare con la prima espansione a pagamento, Hearts of Stone. Tutti elementi che potrebbero far pensare a un obbligato sequel. “In realtà non ne ho idea” ha detto Teixeria.

Nonostante la bocca cucita dell’effect artist di CD Projekt RED, crediamo che un The Witcher 4 abbia serie possibilità di sviluppo, ci sarà però da aspettare. Lo studio polacco è ora concentrato su un progetto totalmente differente, Cyberpunk 2077. “Siamo stati davvero contenti del finale di The Witcher 3, è una fine positiva e non ci sarebbe niente di male a riprendere le fila della storia. L’unico limite è l’immaginazione, puoi fare qualsiasi cosa con essa. Magari un giorno qualcuno continuerà la stessa storia in un’altra forma – magari neppure un gioco, qualcosa di totalmente differente. Almeno si spera.”

Aurelio Vindigni Ricca
Fotografo, redattore e managing editor sul web, grande appassionato di cinema, automobili e tech enthusiast della peggior specie. Sulle dita porto i calli del basso ma non disdegno affatto la chitarra acustica. Mi piacciono i temporali e le biografie che si prendono poco sul serio.

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