E.T. per Atari 2600 dal deserto al Vigamus di Roma?

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2651846-dig3È famoso per essere il videogioco più brutto della storia, nonché un fallimento totale a livello commerciale. Stiamo parlando ovviamente di E.T. L’extraterrestre per Atari 2600, del quale rimasero così tante copie invendute che i distributori ebbero la felice idea di sotterrarle nel deserto del Nuovo Messico. Ritrovate ancora intatte appena qualche mese fa, alcune delle 800 copie saranno ora messe all’asta, così come ha deciso la comunità di Alamogordo, luogo in cui sono state rinvenute.

L’asta, ritenuta positiva all’unanimità del consiglio che ha ottenuto 7 voti positivi contro 0, terminerà giusto in tempo per Natale e includerà anche alcune copie di Centipede; tutte le cartucce sono al momento custodite presso il New Mexico Museum of Space History. Le sfortune di E.T. L’extraterrestre iniziano sin dalla sua produzione, portata avanti con estrema fretta per distribuire le copie ai negozi in contemporanea con l’uscita dell’omonimo film di Steven Spielberg del 1982.

Fu un tale flop che secondo molti ha contribuito al tremendo collasso dell’industria videoludica durante gli anni 80, il tutto mentre Atari cercava di ignorare e negare la cosa, insabbiando (letteralmente) e bruciando le confezioni invendute. Ad Alamogordo resteranno 500 copie del gioco, altre potrebbero – speriamo – dirigersi verso l’Italia e il Vigamus, il museo del videogioco della capitale. Gli scavi avvenuti nell’Aprile scorso nel deserto del Nuovo Messico sono stati ripresi da una troupe della Microsoft, intenta a montare un documentario chiamato Atari: Game Over, che potrebbe vedere la luce alla fine di questo anno.

Aurelio Vindigni Ricca
Fotografo, redattore e managing editor sul web, grande appassionato di cinema, automobili e tech enthusiast della peggior specie. Sulle dita porto i calli del basso ma non disdegno affatto la chitarra acustica. Mi piacciono i temporali e le biografie che si prendono poco sul serio.

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