Rockstar Games non sarà l’azienda più prolifica in campo videoludico, ma i suoi prodotti difficilmente passano inosservati. L. A. Noire è il triste canto del cigno di Team Bondi, studio australiano al quale Rockstar diede pieno appoggio economico ma che, nonostante questo, dovette dichiarare il fallimento e chiudere a causa dei debiti accumulati per e durante lo sviluppo del titolo, durato ben sette anni e conclusosi con la pubblicazione nel 2011.
L. A. Noire è un titolo multipiattaforma di stampo poliziesco e investigativo, per quanto presenti una mappa free-roaming e una vena action in determinate sezioni di gameplay.
Vestendo i panni dell’ex marine Cole Phelps, il giocatore si ritrova a percorrere gli alti e bassi della carriera e della vita privata dell’uomo, durante una campagna principale di oltre 20 ore, tempo ulteriormente aumentato nel caso si punti al completismo o si decida di giocare anche i DLC compresi nella Complete Edition e, ovviamente in questa nuova versione PlayStation 4.
A dispetto degli anni trascorsi dal rilascio, L. A. Noire riesce ancora a stupire per il realismo delle animazioni facciali dei modelli ingame: pur trattandosi di un titolo della settima generazione videoludica, l’utilizzo della tecnologia MotionScan regala stupore e ammirazione per il lavoro portato avanti da Team Bondi. Non a caso, osservare le reazioni dei vari personaggi durante gli interrogatori sarà un elemento fondamentale per la risoluzione dei casi che Cole si troverà davanti.
Come spesso accade nel caso di titoli investigativi, L. A. Noire punta molto su trama e atmosfera, ricreando con estrema cura una Los Angeles del secondo dopoguerra, in cui gli americani, vincitori del conflitto, vivevano il Sogno Americano con incrollabile ottimismo e, fin troppo spesso, con un arrogante senso di onnipotenza autodistruttiva.
Cole Phelps si ritrova invischiato in una spirale di omertà e corruzione che da idealista inizialmente non comprende, ma che in una maniera molto umana e “poco videogiocosa” lo portano lentamente a guardare e vivere la realtà da una diversa prospettiva.
La scrittura punta a essere quanto più credibile e visti i temi trattati non c’è da stupirsi se molti giocatori potrebbero trovare gli eventi fin troppo lenti e noiosi: come suggerito dal nome, L. A. Noire ha un mood estremamente cupo e, pur non mancando sparatorie, inseguimenti e scazzottate, la componente psicologica e introspettiva del protagonista è presente in modo massiccio.
Come già accennato, le animazioni facciali risultano ancora oggi impressionanti e credibili come e più di molti titoli moderni; lo stesso non si può dire dei movimenti dei modelli, che insieme ai comandi sono quelli che più di ogni altro elemento hanno risentito del passare degli anni.
In base al comportamento mantenuto e alla capacità di risolvere le indagini, il giocatore riceverà un punteggio al termine di ciascun caso; il maggior pregio di L. A. Noire è il suo riuscire a portare avanti per decine di ore una narrazione senza troppi rallentamenti e tempi morti, il tutto alternando vari tipi di gameplay, molto diversi fra loro.
Ovviamente i sette anni di sviluppo hanno garantito un ottimo livello qualitativo del gioco, ma bisogna ammettere che alla varietà non si affianca mai originalità o profondità. Combattimenti corpo a corpo e sparatorie sono estremamente semplici, così come l’analisi degli indizi su un cadavere non avrà nulla che non si sia già visto in un titolo investigativo.
Ciò su cui ha davvero puntato Team Bondi con L. A. Noire sono gli interrogatori: i volti di testimoni e sospetti lasciano trasparire microespressioni mai casuali e che il giocatore dovrà interpretare per decidere se l’interrogato è sincero o sta mentendo, il tutto accompagnato da un doppiaggio in lingua inglese di alto livello.
Peccato quindi che le opzioni siano limitate e ruotino intorno all’uso della diplomazia o della brutalità, nel classico approccio “Poliziotto Buono, Poliziotto Cattivo”: niente scelte multiple o comunque un’anteprima di ciò che l’investigatore Cole andrà a dire all’interlocutore, con il forte, frequente rischio di male interpretare ciò che il protagonista risponderà e la conseguente reazione dell’altro. A questo va aggiunto un altro fattore “spezza atmosfera”, non disattivabile dal menu dell opzioni: L. A. Noire avvisa immediatamente il giocatore se la sua scelta è considerata “sbagliata” e questo induce in tentazione, a ricaricare la partita per ottenere un punteggio migliore… Non proprio il massimo per un titolo che fa del suo cavallo di battaglia il pieno coinvolgimento emotivo del giocatore.
La cura posta nella realizzazione del gioco è stata confermata dalla recente remastered, che oltre a una risoluzione 1080p ha introdotto varie migliorie al titolo originale, come il migioramento di veicoli e ambienti, indizi più dettagliati e l’aggiunta di collezionabili, oltre al supporto a trofei/achievement e ovviamente tutti i contenuti già presenti nella Complete Edition, abiti compresi.
L. A. Noire è senza dubbio una pietra miliare della precedente generazione videoludica, un gioco che offre tanto e non delude in niente, senza però raggiungere vette di eccellenza nemmeno quando aveva le carte in regola per distaccarsi dalla natura “arcade” e puntare, con innovazione, a un convincente realismo. La remastered PS4 è un’occasione imperdibile per recuperare un titolo unico nel suo genere, in grado di mescolare in giuste dosi l’interattività di un videogioco e il coinvolgimento di un romanzo o un film noir.