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Saint Seiya: Soldiers’ Soul, la recensione: alla conquista delle Dodici Case

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Saint Seiya: Soldiers’ Soul, la recensione: alla conquista delle Dodici Case

Chiunque sia nato negli ultimi anni settanta e i primi ottanta, è quasi certamente cresciuto con un cartone animato a dir poco epico, diventato ormai cult e immortale: I Cavalieri dello Zodiaco (聖闘士星矢 Saint Seiya). È il 1985 quando Masami Kurumada crea il manga originale della serie, poi trasformato in fenomeno globale e televisivo dalla Toei Animation – che ne detiene tuttora i diritti – fra il 1986 e il 1990. 114 episodi rimasti nel cuore e la memoria di intere generazioni di ragazzi oggi più o meno trentenni, che negli ultimi vent’anni hanno persino potuto giocare a diverse opere ispirate ai cavalieri dalle armature scintillanti. Due picchiaduro a scorrimento durante l’epoca d’oro del NES, un gioco di ruolo su Game Boy, ben due picchiaduro a incontri su PlayStation 2 e un ultimo del 2013 per PlayStation 3, il primo ad avere anche una vera e propria storia. Anche PlayStation 4 e Steam (e PlayStation 3 in aggiunta) hanno adesso il loro titolo dedicato ai cavalieri dello zodiaco, affiancato inoltre da una nuova serie animata, Saint Seiya: Soldiers’ Soul, che mira per forza di cose ad essere il più ricco della serie.

Per quanto riguarda il contenuto infatti, da giocatori ci troviamo di fronte a una bella selezione di modalità di gioco: in primis la storia, che ripercorre con cura l’intera Battaglia delle Dodici Case sino allo scontro finale con Ade. Una struttura a episodi ci mette nei panni di tutti i Cavalieri, che a turno  sfidano i possenti Cavalieri d’Oro; dunque non abbiamo un personaggio fisso da scegliere, anzi cambiamo ad ogni scontro, riuscendo così ad avere mosse sempre diverse e spettacolari. Alla battaglia del cosmo si sommano poi una modalità Battaglia, per sfidare amici in locale o la CPU, le Battaglie Online e le sfide singole contro i Cavalieri d’Oro. Tutto è finalizzato allo sblocco di tutti i personaggi giocabili, ben 72, al guadagno di nuovi crediti spendibili, oggetti collezionabili e contenuti speciali. In totale si contano 435 titoli da conquistare, 169 grida da battaglia, 110 sfide della battaglia del cosmo, che terranno impegnato il giocatore per svariate ore di gameplay.

Un gameplay piuttosto vario e fluido, forte dei 60fps stabili e di un roster notevole per un picchiaduro a incontri. A sollevare qualche dubbio ci pensano però il combat system e il comparto grafico. L’idea di usare arene 3D, come avviene nella serie dei Naruto Ninja Storm, è perfetta e concede ai giocatori estrema libertà e fantasia, le mosse a disposizione di ogni Cavaliere appaiono però eccessivamente limitate, dunque alla lunga rischiano di rendere il gameplay monotono e ripetitivo nonostante il loro essere coreografiche e accattivanti. Per quanto riguarda l’aspetto visivo, gli art designer del titolo si sono concentrati maggiormente sui personaggi, creati miscelando le due dimensioni tipiche dei manga e la modellazione 3D per le armature lucenti, tralasciando forse in modo eccessivo gli ambienti circostanti. Certo non parliamo di una produzione da tripla A, la grafica è del tutto relativa, ma avrebbe aiutato all’immersione generale ritrovare ambienti meno spogli, più dettagliati, più affascinanti. Le arene sono invece sterili, vuote, squadrate, illuminate da un sistema di luci piatto e per nulla al servizio dello spettacolo.

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Forte è invece la narrazione, in piena tradizione giapponese, capace di coinvolgerci a pieno nelle vicende che attendono Pegasus, Crystal, Andromeda, Phoenix e tutti i personaggi della saga. I dialoghi, rigorosamente doppiati in lingua nipponica con sottotitoli italiani, sono appassionati e riempiono alla perfezione sia le numerose cutscenes della modalità storia, sia i combattimenti stessi, durante i quali si è continuamente stuzzicati dall’avversario.

Quasi certamente non sarà il titolo definitivo e imperdibile della saga, ma Saint Seiya: Soldiers’ Soul sa come intrattenere e divertire gli appassionati di lunga data, anche grazie a una narrazione di buona fattura e una mole di contenuti decisamente all’altezza delle aspettative. Il comparto grafico fa traballare l’intero progetto, nonostante lo spirito cinematografico di molte mosse speciali, ma l’aspetto visivo non è tutto. Avete mai provato a rivedere i cartoni animati originali dell’87 oggi? Ci sembrano scarni e abbozzati, ma che importa quando esiste un intero cosmo a tenerci incollati allo schermo.

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