Rise of the Tomb Raider, la prova in anteprima su Xbox One

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Arriverà sul mercato europeo il 13 novembre prossimo come esclusiva temporanea di Xbox One ed è dallo scorso E3 che se ne discute continuamente: parliamo di Rise of the Tomb Raider, che abbiamo provato alla Paris Games Week 2015. Si tratta del sequel di Tomb Raider uscito nel 2013, titolo che aveva completamente rivoluzionato la saga di Lara Croft con nuove meccaniche di gameplay, che promette ancora una volta di emozionare gli appassionati. Questa volta si tratta ovviamente di un salto meno radicale, al contrario molti ingranaggi dell’opera originale sono rimasti intatti. Nella demo The Prophet’s Tomb ritroviamo le ambientazioni che da fan ci aspettiamo e desideriamo, siamo all’interno di una tomba da esplorare colma di scheletri, aree ridotte in macerie, trappole mortali. La tensione che gli sviluppatori hanno costruito attorno alla nostra formosa eroina è di ottimo livello, l’azione inoltre non tarderà a manifestarsi e a far sfiorare al giocatore la morte più e più volte. Ciò che non ci ha convinto del tutto è il grado di interattività del livello, schiavo di un sistema di gameplay troppo lineare e privo di reali scossoni.

07907071-photo-rise-of-the-tomb-raiderCi troviamo all’interno di un lungo corridoio da percorrere, né più né meno, con numerosi Quick Time Events da affrontare. L’unico legame forte con il passato e la tradizione è rappresentato da quei momenti in cui è importante usare l’ingegno per non soccombere, dunque in cui bisogna risolvere puzzle games ben mascherati sotto le textures e gli ambienti. Al contrario dei primi capitoli della serie, in cui a volte si restava bloccati per diverso tempo in zone particolarmente impegnative, ora basta premere un tasto del pad per ottenere aiuti efficaci. In un secondo gli oggetti o i muri da colpire o sfondare si isolano dal resto, spalancandoci la strada verso la superficie e la luce, un’idea che secondo noi uccide completamente l’interazione e la sfida. L’unico aspetto che potrebbe salvare il titolo, completamente assente però nella demo presa sotto esame, è la minaccia umana. Gli uomini che proveranno a metterci i bastoni fra le ruote, coinvolgendoci in momenti stealth, potrebbero dare al titolo un valore maggiore e una varietà di gioco più ampia, ma per ora tutto è un grande punto interrogativo. Graficamente lo spettacolo non mancherà, ma il solo aspetto visivo non è tutto.

Aurelio Vindigni Ricca
Fotografo, redattore e managing editor sul web, grande appassionato di cinema, automobili e tech enthusiast della peggior specie. Sulle dita porto i calli del basso ma non disdegno affatto la chitarra acustica. Mi piacciono i temporali e le biografie che si prendono poco sul serio.

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